lunedì 19 febbraio 2024
Francesco: i conflitti non portano mai a niente di buono ma solo morte e distruzione. Fino al 23 febbraio il Pontefice è impegnato negli Esercizi spirituali, mercoledì non ci sarà l'Udienza generale
Papa Francesco domenica all'Angelus

Papa Francesco domenica all'Angelus - Ansa

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C’è una verità che non va dimenticata mai: «la guerra è una sconfitta, sempre». All’Angelus il Papa è tornato a condannare i conflitti, tutti i conflitti che insanguinano il mondo. «Ovunque si combatte – ha detto - le popolazioni sono sfinite, sono stanche della guerra, che come sempre è inutile e inconcludente, e porterà solo morte, solo distruzione, e non porterà mai la soluzione dei problemi». Di qui l’invito a pregare sempre, senza stancarsi, «perché la preghiera è efficace, e chiediamo al Signore il dono di menti e di cuori che si dedichino concretamente alla pace».
In particolare, guardando all’attualità internazionale, il pensiero del Pontefice è andato al Sudan, dove il conflitto armato scoppiato dieci mesi fa sta provocando una gravissima situazione umanitaria. Ma ¬– ha aggiunto Francesco – la violenza contro popolazioni inermi, la distruzione di infrastrutture e l’insicurezza dilagano nuovamente anche «nella provincia di Cabo Delgado, in Mozambico, dove nei giorni scorsi è stata incendiata la missione cattolica di Nostra Signora d’Africa a Mazeze. Preghiamo perché la pace torni in quella regione martoriata», l’invito di Bergoglio. Senza dimenticare gli altri teatri della violenza: l’Europa, la Palestina, l’Ucraina…
La dura condanna della guerra ha accompagnato la breve catechesi domenicale del Papa che all’Angelus si è soffermato sul racconto evangelico di Gesù tentato dal diavolo nel deserto. Un luogo dove albergano pericolosissime bestie selvatiche che hanno un corrispettivo spirituale nelle «passioni disordinate» che tentano di dividere e possedere il cuore. Sono «la bramosia della ricchezza, che imprigiona nel calcolo e nell’insoddisfazione, la vanità del piacere, che condanna all’inquietudine e alla solitudine, e ancora l’avidità della fama, che genera insicurezza e un continuo bisogno di conferme e di protagonismo. – non dimentichiamo queste cose che possiamo incontrare dentro: bramosia, vanità e avidità». Queste bestie vanno ammansite e combattute, altrimenti ci tolgono la libertà.
Ma esiste un contraltare, vale a dire gli angeli, messaggeri di Dio il cui stile è il servizio, esattamente il contrario del possesso tipico delle passioni. «Gli spiriti angelici – ha aggiunto il Pontefice - «richiamano i pensieri e i sentimenti buoni suggeriti dallo Spirito Santo. Mentre le tentazioni ci dilaniano, le buone ispirazioni divine ci unificano e ci fanno entrare nell’armonia: acquietano il cuore, infondono il gusto di Cristo, “il sapore del Cielo”. E per cogliere l’ispirazione di Dio, bisogna entrare nel silenzio e nella preghiera. E la Quaresima è il tempo per fare questo».

Un gruppo di allevatori in Piazza San Pietro

Un gruppo di allevatori in Piazza San Pietro - Ansa

E proprio a proposito dei 40 giorni che preparano alla Pasqua, fino al 23 febbraio il Papa (che ha salutato un gruppi di allevatori e coltivatori in piazza San Pietro) sarà impagnato, così come i capi dicastero e i superiori della Curia Romana, negli Esercizi spirituali, dedicandosi in modo ancora più intenso alla preghiera. Durante questi giorni Francesco sospenderà tutti gli impegni pubblici, compresa l’udienza generale di mercoledì 21 febbraio.


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