giovedì 11 maggio 2023
Nel Messaggio per la Giornata del migrante e del rifugiato, Francesco richiama la campagna Cei “Liberi di partire, liberi di restare”. Creare le condizioni per vivere con dignità nella propria terra
Il Papa: emigrare sia scelta non obbligo

ANSA

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Quella di migrare dovrebbe sempre essere una scelta libera. Cosa che in realtà non avviene quasi mai. Si articola intorno a questo concetto fondamentale il Messaggio del Papa per la 109ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che sarà celebrata domenica 24 settembre 2023. Sin dal titolo: “Liberi di scegliere se migrare o restare”, la riflessione di Francesco richiama la Campagna lanciata nel 2017 dalla Cei e che segnò l’avvio di decine di progetti con il coinvolgimento di 131 paesi. “Liberi di partire, liberi di restare”, lo slogan dell’iniziativa della Chiesa italiana, dove la vera novità era rappresentata dal secondo verbo, cioè dalla necessità di creare le condizioni perché chi oggi è costretto ad abbandonarla possa decidere di rimanere nella sua terra. «Persecuzioni, guerre, fenomeni atmosferici e miseria sono – osserva il Papa – tra le cause più visibili delle migrazioni forzate contemporanee. I migranti», cioè, «scappano per povertà, per paura, per disperazione».

Di qui la necessità di un impegno, che chiama tutti, ciascuno secondo le proprie possibilità, a trasformare la decisione di andarsene da necessità a volontà libera. Per arrivarci, il primo passo è «chiederci che cosa possiamo fare, ma anche cosa dobbiamo smettere di fare». In particiolare – continua il Pontefice – occorre «prodigarsi per fermare la corsa agli armamenti, il colonialismo economico, la razzia delle risorse altrui, la devastazione della nostra casa comune». Significa che «per fare della migrazione una scelta davvero libera, bisogna sforzarsi di garantire a tutti un’equa partecipazione al bene comune, il rispetto dei diritti fondamentali e l’accesso allo sviluppo umano integrale». In questo senso «il compito principale spetta ai Paesi di origine e ai loro governanti, chiamati ad esercitare la buona politica, trasparente, onesta, lungimirante e al servizio di tutti, specialmente dei più vulnerabili. Essi però devono essere messi in condizione di fare questo, senza trovarsi depredati delle proprie risorse naturali e umane e senza ingerenze esterne tese a favorire gli interessi di pochi».

Al tempo stesso «lì dove le circostanze permettano di scegliere se migrare o restare, si dovrà comunque garantire che tale scelta sia informata e ponderata, onde evitare che tanti uomini, donne e bambini cadano vittime di rischiose illusioni o di trafficanti senza scrupoli». Davanti a noi, continua il Papa, c’è una scadenza concreta, il Giubileo del 2025. E il Giubileo «per il popolo d’Israele rappresentava un atto di giustizia collettivo: tutti potevano «tornare nella situazione originaria, con la cancellazione di ogni debito, la restituzione della terra, e la possibilità di godere di nuovo della libertà propria dei membri del popolo di Dio». Un richiamo che rappresenta l’invito a «uno sforzo congiunto dei singoli Paesi e della comunità internazionale per assicurare a tutti il diritto a non dover emigrare, ossia la possibilità di vivere in pace e con dignità nella propria terra. Si tratta di un diritto non ancora codificato, ma di fondamentale importanza, la cui garanzia è da comprendersi come corresponsabilità di tutti gli Stati nei confronti di un bene comune che va oltre i confini nazionali. Infatti, poiché le risorse mondiali non sono illimitate, lo sviluppo dei Paesi economicamente più poveri dipende dalla capacità di condivisione che si riesce a generare tra tutti i Paesi».

IL TESTO INTEGRALE DEL MESAGGIO


LA PREGHIERA
Dio, Padre onnipotente, donaci la grazia di impegnarci operosamente a favore della giustizia, della solidarietà e della pace, affinché a tutti i tuoi figli sia assicurata la libertà di scegliere se migrare o restare. Donaci il coraggio di denunciare tutti gli orrori del nostro mondo, di lottare contro ogni ingiustizia che deturpa la bellezza delle tue creature e l’armonia della nostra casa comune. Sostienici con la forza del tuo Spirito, perché possiamo manifestare la tua tenerezza ad ogni migrante che poni sul nostro cammino e diffondere nei cuori e in ogni ambiente la cultura dell’incontro e della cura.”


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