giovedì 28 aprile 2022
Bergoglio in ogni suo incontro non distoglie mai l’attenzione dal conflitto feroce che sta insanguinando l'Est europeo
A ogni incontro papa Francesco non perde occasione per denunciare la vergogna della guerra in Ucraina e di ogni guerra

A ogni incontro papa Francesco non perde occasione per denunciare la vergogna della guerra in Ucraina e di ogni guerra - Ansa / Vatican Media

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Papa Francesco in ogni suo incontro non distoglie mai l’attenzione dalla guerra che sta insanguinando l’Ucraina. Per promuovere l’assistenza umanitaria a chi sta soffrendo e nella continua ricerca di ogni spiraglio per arrivare alla pace o almeno ad una tregua che faccia tacere le armi.

Ricevendo oggi membri e amministratori della Papal Foundation in pellegrinaggio a Roma, il Pontefice ha elogiato l’opera caritativa di questa associazione statunitense che «continua a estendersi a coloro che si trovano ai margini della società e che vivono in povertà materiale e spesso spirituale».

«Nello stesso tempo, – ha quindi detto Francesco con un chiaro riferimento a quanto sta succedendo in Europa – poiché stiamo assistendo in questi giorni agli effetti devastanti della guerra e di altri conflitti, voi siete attenti a riconoscere la necessità di fornire cure e assistenza umanitaria alle vittime, ai rifugiati e a coloro che sono costretti a lasciare la propria patria in cerca di un futuro migliore e più sicuro per sé e per i loro cari». Il Papa ha ringraziato la delegazione della Papal Foundation per questa azione che «aiuta a portare concretamente il Vangelo dell’amore, della speranza e della misericordia a tutti coloro che beneficiano della vostra generosità e del vostro impegno».

Di Ucraina si è parlato anche nel corso della 41ª sessione del Consiglio di cardinali che si è aperta lunedì scorso alla presenza del Papa. Un comunicato vaticano diffuso oggi riferisce che in tale contesto «si è aperta la riflessione in merito alla guerra in Ucraina e la conseguente situazione sociopolitica, ecclesiale ed ecumenica». Il Papa in particolare «ha riferito delle diverse iniziative intraprese da lui, dal Segretario di Stato e dalla Segreteria di Stato per perseguire la pace». Ne è seguito «un momento di riflessione» tra membri del Consiglio «i quali hanno sostenuto e incoraggiato il Santo Padre nella sua instancabile attività per la soluzione del conflitto in atto».

A questa sessione del Consiglio di cardinali, che si è protratta fino a mercoledì, hanno partecipato 6 porporati (Giuseppe Bertello, Oscar A. Rodriguez Maradiaga, Reinhard Marx, Sean P. O’Malley, Osvald Gracias, Fridolin Ambongo Besungu), insieme al segretario, il vescovo Marco Mellino. Assente il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin per impegni istituzionali in Messico. Interessante notare che, come spiega nella nota, nel corso di questa sessione «è continuata la riflessione sul tema del Servizio diplomatico della Santa Sede, del ruolo e delle attività dei nunzi apostolici, introdotta da una relazione del cardinale Osvaldo Gracias, seguita da un dibattito fra i partecipanti».

Papa Francesco poi, ha ricevuto un nutrito gruppo di pellegrini venuti da Lodz, nel cuore della Polonia, per vivere l’esperienza sinodale. Ha elogiato questa Chiesa locale, dal 2017 guidata dall’arcivescovo Grzegorz Rys, che ha «nel “DNA”» quelli che sono «due aspetti essenziali del cristianesimo», e cioè «misericordia ed ecumenismo». «Oggi – ha detto – la misericordia richiede una grande “fantasia”, una grande creatività che fa’ sì che noi diventiamo apostoli di Misericordia, poeti di Misericordia».

In particolare Francesco ha rievocato la figura del primo vescovo di Lodz, Wincenty Tymieniecki, che un secolo fa «scelse la strada dell’ecumenismo molto prima che la Chiesa Cattolica la intraprendesse in maniera ufficiale». Di qui l’esortazione a «tenere vivo» in diocesi «questo coraggio del vostro primo Pastore». A «custodire la determinazione ecumenica, ricordando che l’ecumenismo nella Chiesa non è un optional o una cosa decorativa, ma un atteggiamento essenziale».

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