mercoledì 22 novembre 2017
Al programma della visita si aggiungono altri tre appuntamenti. Inoltre saranno benedette le prime pietre di 16 nuove chiese.
Papa Francesco incontrerà anche i Rohingya
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Papa Francesco incontrerà un piccolo gruppo di Rohingya, la minoranza musulmana in Myanmar alla quale non viene riconosciuto il diritto di cittadinanza e che viene sottoposta – secondo l’Onu - a una sorta di “pulizia etnica”. Francesco, che ha già più volte rivolto appelli in loro favore, ne incontrerà una rappresentanza a Dacca il 1° dicembre, durante il viaggio che dal 26 novembre al 2 dicembre lo porterà nell’ex Birmania e nel Bangladesh. Lo annunciato il direttore della Sala Stampa vaticana, Greg Burke, incontrando i giornalisti che parteciperanno al volo papale.

Burke ha anche parlato di altri due appuntamenti che si aggiungono all’agenda del viaggio. L’incontro con il capo dell’esercito del Myanmar, generale Min Aung Hlaing (il 30 novembre a Yangon), e quello – sempre a Yangon - con i rappresentanti delle minoranze religiose. E’ stato il cardinale Charles Maung Bo, arcivescovo della capitale, a suggerire questi due ultimi appuntamenti, così come di non usare il termine Rohingya durante il viaggio. Le prime due richieste sono state accolte. Sulla terza, ha detto Burke, «aspettiamo e vediamo che cosa dirà il Papa». Sicuramente, ha aggiunto il portavoce vaticano, «il Santo Padre vuole portare ovunque un messaggio di riconciliazione, di pace e di perdono».

La questione si intreccia anche con la situazione dei cattolici che nei due Paesi sono una sparuta minoranza. Poco più dell’uno per cento tra i 51 milioni di abitanti del Myanmar (il 91 per cento dei quali buddisti), nazione per 60 anni oppressa da una dittatura militare, che ora ha lasciato il posto a un governo formalmente democratico (il presidente de facto è il premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi), in cui però i militari continuano a contare parecchio, come si è visto anche nella recente escalation di violenza ai danni dei Rohingya. Ancora di meno – lo 0,24 per cento – tra i 160 milioni di bengalesi, al 98 per cento islamici.

«Aiutare delle piccole Chiese e Paesi in transizione (verso la democrazia il Myanmar, verso lo sviluppo il Bangladesh, ndr) sono gli scopi principali dell’itinerario papale», ha spiegato ieri Burke. E infatti, Papa Francesco pronuncerà 11 discorsi e benedirà tra le altre cose a Yangon le prime pietre di 16 nuove chiese, del seminario e della nunziatura (i rapporti diplomatici sono stati allacciati solo nel maggio scorso). Inoltre concluderà sia la tappa birmana, sia quella bengalese con un incontro con i giovani. «Un segno di speranza», ha concluso il portavoce vaticano. Questo è il 21° viaggio internazionale di Papa Francesco.

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