Violenze, offese e bestemmie sugli anziani e su qualcuno che sta con loro
venerdì 17 marzo 2023

Calci, sberle, insulti, sputi, spintoni, le violenze sui vecchi ricoverati nell’ospizio di San Donà di Piave sono offensive per tutti, non solo per i loro parenti. Gli operatori che fan ‘ste cose andrebbero interdetti da ogni lavoro: lavorare è un atto che dà una grande dignità, e loro non la meritano. Ogni giorno le notizie diventano più gravi, oggi parlano anche di morti. È una vergogna. E la vergogna si scarica non solo sul Veneto ma su tutta la nazione.

Cose come queste non dovrebbero avvenire. Per fortuna i carabinieri le sospettavano da tempo, avevano preparato le trappole, le trappole han funzionato, i colpevoli sono stati catturati in audio e in video, e in questo momento ci sono due di loro in carcere e due agli arresti domiciliari. I fermati e gli arrestati sono operatori che lavoravano lì: altamente meritevoli questi operatori, e tanti in tutta Italia lo sono, quando lavorano col rispetto che le persone, il “materiale umano” su cui agiscono merita, altamente spregevoli quando il rispetto vien meno e subentra la voglia di tirare lo stipendio infischiandosene dei diritti altrui.

I carabinieri han fatto sentire qualche stralcio delle intercettazioni. Ed è abbastanza per non stare zitti. Vorremmo tanto sbagliarci. Se ci sbagliamo, saremo contenti. Qualche citazione. Si sente un’anziana che si lamenta: «Perché mi hai tirato un pugno? », un’infermiera che insulta: «Bastarda maledetta! »; un’altra paziente che urla di dolore perché le pizzicano naso e guance, un’altra ricoverata che ha paura: «Così mi uccidete», e un infermiere che la terrorizza: «Io sono quello che fa parlare i morti», si sentono grida del tipo: «Qui ci son delle p. e buone a niente», con allusione alle infermiere gentili, che non usano le maniere forti, e l’insulto a un vecchietto definito «vecchio di m.», al quale si rivolge l’augurio: «Che Dio ti spolpi». Sto usando come fonte un giornale locale, e guardo bene se “Dio” è maiuscolo o minuscolo. Se è minuscolo, l’infermiera sta invocando il complesso di forze immanenti che suppliscono al Dio cristiano. Ma no, è maiuscolo, quindi invoca direttamente il Dio cristiano. «Che ti spolpi» è un’imprecazione complessa, chiede non soltanto «che ti faccia morire» ma anche che ti faccia marcire e ripulisca le tue ossa dalla carne, «ti faccia stramorire».

Questo clima che augura la stramorte occupa i luoghi della morte, dove ci sono i vecchi che aspettano la morte e coloro che lavorano lì e son pagati per aiutarli a morire con dignità. La fonte che sto usando dice ogni tanto: «E giù bestemmie». Vuol dire: tante bestemmie a ripetizione. Mi chiedo perché. Mi sale alla memoria un ricordo. Quando sta per uccidere la vecchietta, e cala la mannaia su di lei, Raskòlnikov sente salirgli alle labbra una bestemmia. Dunque gli ci vuole una bestemmia prima del delitto. Perché? La risposta che mi viene è che la persona che sta per essere uccisa ha una protezione e uno scudo in colui che l’assassino bestemmia, l’assassino prima di uccidere deve levare quello scudo, farlo sparire.

Così in questa Rsa deviata. I vecchi abbandonati da tutti sono ancora protetti da Qualcuno. Prima di colpirli devi togliere di mezzo questo Qualcuno.

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