venerdì 3 settembre 2010
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Abbiamo scritto ieri con la bella verve e la sapienza letteraria e umana di Davide Rondoni dell'anno scolastico che sta per ricominciare.Qui sotto potete rileggere quel commento anche via internet. L'abbiamo titolato «Le orme dei giovani sulla strada della scuola», facendo precedere il titolo da un limpido occhiello: «Promemoria per gli addetti ai lavori». Tutti, gli addetti, dal ministro Mariastella Gelmini a «ogni adulto che ha funzione nella scuola» (siamo infatti abbastanza liberi e sereni da intervistare il ministro della Pubblica Istruzione sulla sua “rivoluzione del merito” e, contemporaneamente, da registrare e proporre problemi - seri o di sospetta origine ideologica e corporativa - del mondo scolastico che reclamano risposta).Abbiamo indicato il nodo più intricato e la più pressante necessità: «Salvaguardare l'essenziale», cioè «servire» i bambini e i ragazzi che frequentano la scuola pubblica italiana, che è insieme statale e paritaria non statale. Abbiamo chiesto a tutti - ancora con le parole di Rondoni - di non «trattare male la scuola». E cioè di non «usarla per altro motivo» che non sia quello suo proprio.Ma vediamo ora montare una piccola tempesta di interpretazioni, in dura e preconcetta chiave anti-ministro. Un'interpretazione libera, ma che non sta né in cielo né in terra. Perché il nostro pensiero è chiaro, il “comandamento” è chiaro: non strumentalizziamo i ragazzi, non usiamoli per i nostri fini. Appunto.
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