mercoledì 5 gennaio 2011
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Abbandonarsi alle polemiche quando si dovrebbe profondere ogni energia in una ricostruzione ancora lunga e complicata non è davvero un bel segnale per chi si vorrebbe dedito alla propria comunità. Farlo prendendosela con l’istituzione che più di ogni altra – e con una fedeltà alla gente senza pari – si è rimboccata le maniche per l’Abruzzo è inelegante e ingrato. Ieri al sindaco dell’Aquila Massimo Cialente sono riuscite entrambe queste operazioni. La conferenza stampa convocata insieme a due assessori al solo scopo di accusare la Caritas italiana, "rea" di aver fatto presenti per bocca del suo direttore monsignor Vittorio Nozza talune lungaggini nel consentire interventi necessari e attesi, è stata un gesto inutilmente aggressivo, condito da fantasiose ricostruzioni dietrologiche. Siamo certi che il vero interesse di Cialente sia il ripristino di servizi, spazi, condizioni minime di vivibilità per gli aquilani: non si capisce allora l’utilità di questo greve intervento per una vicenda che – se è vero quel che il sindaco dice, e non abbiamo motivo di dubitarne – poteva trovare un rapido chiarimento in tutt’altra sede, senza ricorrere a toni inopportuni. Le polemiche di carta non giovano a nessuno: L’Aquila ha bisogno che tutti lavorino per risollevarla completamente. Senza inutili affronti ai veri amici.
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