mercoledì 22 febbraio 2012
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​Gentile direttore,
credo di aver interpretato il messaggio di Adriano Celentano nel verso giusto. Non si può considerare in senso letterale il messaggio di un fine e arguto showman come il nostro Molleggiato che parla per provocazioni. Cosa voleva dire allora leggendo tra le righe o meglio interpretando le sue parole? Che i cristiani pensino meno alle cose del mondo (guerre, economia, ricchezze ecc.) e più a quelle dell’Aldilà, o meglio del Paradiso. Che la Chiesa pensi di più alla carità, agli "ultimi", magari a quelli che sono in fondo alla Chiesa perché devono diventare i "primi". Infine i giornali cattolici come il suo Avvenire e Famiglia Cristiana parlino più di fede e meno di politica. In effetti penso che questa provocazione sia stata un gratuito invito a leggere questi giornali. Tutti gli ascoltatori di Sanremo, credenti e no, avranno comprato le vostre testate per vedere se Celentano aveva ragione...
Alessandro Mansoldo
Io conosco e vivo una Chiesa, caro signor Mansoldo, che pensa agli "ultimi", lo fa e non lo sbandiera in continuazione. E gli "ultimi" di cui parlo, molto spesso, non stanno neanche in fondo alla navata, ma proprio per strada. So che non è perfetta, la mia Chiesa, che è una comunità fatta di uomini e donne che operano bene e magari sbagliano, riunita intorno a preti e frati generosi di sé o non sempre all’altezza, composta anche da fedeli infedeli e da santi peccatori. Siamo noi e siamo così. Per quanto riguarda poi il nostro lavoro di cronisti, assieme ai miei colleghi cerco di fare eco a ogni scelta che alla luce della fede in Gesù Cristo o anche solo per retta coscienza e umana bontà è in contraddizione con la dominante e spesso brutale "logica del Mondo". Papa Benedetto questo continua a chiedere a tutti, popolo di Dio e uomini di buona volontà. Il Paradiso si indica, si prepara e si merita. Anche con il disinteressato impegno sociale e nel campo dell’economia e della politica. PS Non tutti gli spettatori di Sanremo hanno comprato Avvenire, magari per la prima volta, ma non proprio pochi l’hanno fatto. E io spero che abbiano trovato almeno eccessivo e un po’ paradossale che Celentano ci abbia descritto come impegnati a non parlare di Dio e di quelli che non hanno voce e sono più fragili. Ci proviamo ogni giorno.
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