sabato 23 aprile 2022
A Mariupol campi per selezionare gli abitanti da inviare in Siberia, secondo il sindaco della città. E dai libri di testo si vorrebbero rimuovere i riferimenti a Kiev. Una strategia di annientamento
Guerra giorno 59: deportazioni e distruzioni, quale dopoguerra secondo Mosca?
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Si moltiplicano le voci sui piani russi in Ucraina. Anche da Mosca filtrano notizie contraddittorie e analisti del mainstream putiniano offrono le loro diverse prospettive sulla crisi, confondendo ulteriormente le acque. Mosca vuole il Donbass. E su questo non ci sono dubbi. Ma voleva anche il controllo di un'Ucraina resa accomodante vassallo di 44 milioni di abitanti. Dopo avere sperimentato la fiera resistenza di Kiev, spalleggiata dal fronte occidentale, ora il Cremlino non può che proseguire una guerra che forse può vincere militarmente ma non più politicamente. La morte e la distruzione seminata nei primi due mesi di invasione lasceranno un segno indelebile che non permetterà di controllare il Paese, se non al prezzo di raderlo al suolo e di deportare i suoi abitanti. Sembra uno scenario assurdo e viziato da un pregiudizio anti-russo, ma i fatti vanno in questa direzione.

Sono di queste ore notizie che arrivano da diverse fonti e convergono nel delineare una prospettiva simile. Campi di "filtraggio" sono stati costituiti a Mariupol per trovare forza lavoro da trasferire. "Stanno portando con la forza i nostri cittadini in Siberia. Putin ha necessità di ripopolare quel territorio dove i russi non vogliono andare per risolvere una serie di problemi. Agiscono attraverso queste strutture, 4 in tutto a Mariupol, da cui per fuggire dalla città è necessario passare. Tentano di convincere chi è in età lavorativa a trasferirsi in Russia o altrimenti intervengono trasferendoli contro la loro volontà senza possibilità di scelta", ha denunciato il sindaco della città martire, Vadym Boichenko.

Le deportazioni sono un volto della impossibilità di convincere i residenti del Donbass che il protettorato di Mosca sarà meglio del governo di Kiev. A Kherson, già occupata da settimane, la stragrande maggioranza degli abitanti è pronta a votare no nel referendum che gli invasori stanno preparando per maggio al fine di sancire l'autonomia della zona. Anche il più recente lancio di missili su Odessa che ha fatto morti e feriti tra i civili è finalizzato soltanto a incutere terrore, e pertanto risentimento, su una città che non potrà essere realisticamente conquistata in questa fase del conflitto.

Le immagini che arrivano dalle zone liberate a Nord mostrano la distruzione sistematica dei centri abitati, dove obiettivi non militari sono stati sistematicamente colpiti e rasi al suolo. Anche siti di interesse culturale e artistico sono finiti immotivatamente nel mirino dei cannoni. Il rettore dell'Università di Mariupol, Mykola Trofymenko, ha spiegato al quotidiano "La Stampa", che i filo-russi invidiavano lo sviluppo del grande centro portuale che, in questi anni, a differenza delle aree sotto l'ala di Mosca nel Donbass, si era sviluppato ed era fiorito anche a livello della ricerca accademica. Il risultato è stato il bombardamento a tappeto che ha messo fuori uso infrastrutture ed edifici pubblici (per ora l'ateneo riesce ancora a fare lezioni a distanza).

E l'Ucraina sarebbe già stata cancellata persino dai libri di testo della storica casa editrice russa specializzata in manuali per le scuole Prosveshenie, riferisce il sito di notizie Mediazone, citando fonti della redazione. Immediatamente dopo l'inizio della guerra, ai dipendenti sarebbe arrivata la richiesta di ridurre al minimo il riferimento diretto al Paese attaccato e alla sua capitale. Tali riferimenti vengono infatti considerati "sbagliati" e da non inserire nelle nuove edizioni dei volumi da mettere in commercio.

Il proseguimento della guerra non potrà che aggravare questa tendenza. Al di là della strategia complessiva rispetto alla Nato, gli Stati Uniti e l'Europa, con le relative scelte sull'energia, il Cremlino sembra non considerare che la terra bruciata in Ucraina non porterà a nulla di buono per il futuro e metterà semi per una guerriglia permanente. Qualunque fosse il significato della "denazificazione" dell'Ucraina, l'effetto sarà esattamente l'opposto. E lo scopo potrà essere raggiunto soltanto con il metodo della brutalità e dell'annientamento.



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