martedì 7 marzo 2023
La battaglia per la città ormai distrutta può dare a Mosca la vittoria che manca da tempo. La resistenza di Kiev infliggerebbe un duro colpo al morale dei russi. A Tbilisi l'inattesa svolta filo-Putin
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La guerra in Ucraina è giunta al 377° giorno e si avvita intorno alla battaglia per Bakhmut, trasformata ormai in un terribile tritacarne di vite umane. Lo scontro per il controllo di un’area limitata e di un insediamento urbano ormai quasi completamente distrutto si colora di diversi significati, che stanno portando i due contendenti a non volere rinunciare al proprio specifico obiettivo. Per i russi, significa intestarsi una vittoria che avrebbe un valore simbolico importante e darebbe un’iniezione di fiducia alle sue truppe, il cui morale è basso per l’andamento degli ultimi mesi del conflitto.

Il comando militare di Kiev ha diffuso nelle ultime ore il dato di 1.060 soldati di Mosca uccisi, in uno dei bilanci giornalieri più pesanti dall'inizio dell'invasione. Non c’è possibilità di verificare tali cifre, che sembrano sempre ampiamente sovrastimate a scopi propagandistici. Tuttavia, le perdite nelle file degli aggressori sono certamente altissime, fonti occidentali parlano di 20-30 complessivamente tra caduti e feriti. Se l’esercito della Federazione, con l’apporto decisivo dei miliziani della Wagner (che hanno arruolato moltissimi detenuti), non riuscirà a prendere la città mineraria del Donetsk nelle prossime settimane, dopo un assedio lunghissimo e così sanguinoso, il contraccolpo potrebbe essere molto pesante.

Le forze ucraine, intanto, hanno "probabilmente stabilizzato" il loro perimetro difensivo in seguito agli sforzi russi di invadere il nord di Bakhmut, secondo quanto riferito dall'intelligence militare britannica. E il capo dei mercenari della Wagner, Yevgeny Prigozhin, è tornato ad attaccare il ministro della Difesa Sergei Shoigu, ricordando che non si è mai palesato al fronte, e precisando poi che nella zona combattono fra i 12mila e i 20 soldati ucraini. Prigozhin si è nuovamente lamentato degli scarsi rifornimenti ricevuti. “Credetemi – ha detto –, sto facendo di tutto, anche se ancora non ci danno munizioni, equipaggiamento militare, armi e veicoli. Le pale, quelle le danno una volta al mese", con un apparente riferimento a rapporti degli 007 di Londra, in base ai quali ai russi viene imposto di attaccare gli ucraini armati "solo con fucili e pale" per non usare troppe munizioni.

Dal punto di vista di Kiev, la campagna di difesa di Bakhmut – dove restano solo 4mila civili con 38 bambini, secondo il più recente aggiornamento – è onerosissima e non sembrava portare alcun vantaggio in vista del risultato finale della riconquista dei territori occupati da Mosca. Per questo si è valutata negli ultimi giorni l’opportunità di un ripiegamento strategico che facesse risparmiare uomini e mezzi. Tuttavia, l’insistenza del Cremlino per ottenere una vittoria e la possibilità di resistere ancora a lungo sta inducendo a tenere le posizioni.

Conforta Zelensky un’analisi dell’americano Institute for the Study of war (Isw). Ad assaltare la città non sono più soltanto truppe di basso livello, ma anche “gli elementi di élite della Wagner e unità aerotrasportate”. La battaglia per Bakhmut potrebbe quindi assottigliare le migliori forze della milizia, privando la Russia di alcune delle sue truppe più efficienti e difficili da sostituire. Danneggiare gravemente la reputazione e l’influenza del falco Prigozhin, per l’Isew, "sarebbe inoltre un importante risultato nella prospettiva di ripristinare il buonsenso in Russia. E questo alza la posta in gioco nello scontro”.

Con tutto ciò la carneficina si fa più intensa. E aumentano le segnalazioni di atrocità. Si è appreso che si chiamava Tymofii Shadura il soldato ucraino prigioniero ucciso dai russi per aver gridato "Gloria all'Ucraina". Il video della sua esecuzione aveva fatto il giro del Web sollevando indignazione nel Paese. Nel filmato, si vede l’uomo in divisa e disarmato fumare una sigaretta dentro una trincea. Dice "gloria all'Ucraina" prima di essere colpito da armi automatiche. Shadura era considerato disperso dal 3 febbraio scorso, dopo combattimenti proprio nell'area di Bakhmut. L'identificazione definitiva avverrà solo con la restituzione del suo corpo.

“Troveremo chi lo ha ucciso”, ha promesso il presidente Volodymyr Zelensky. “Gli invasori hanno ucciso brutalmente un militare che coraggiosamente dice loro in faccia: ‘Gloria all'Ucraina’. Voglio che rispondiamo tutti insieme con le sue stesse parole: ‘Gloria all'eroe! Gloria agli eroi! Gloria all'Ucraina!’", ha scandito nel suo messaggio serale. L'Ucraina ha già accusato le truppe russe di aver torturato, stuprato e ucciso propri prigionieri di guerra. Lo scorso luglio è emerso un video che mostrava la castrazione di un soldato catturato nella regione del Donbass, occupata dai russi, nell'Ucraina orientale. A novembre, Mosca ha invece accusato le forze ucraine di aver giustiziato un gruppo di prigionieri russi.

Sul fronte internazionale, va segnalato il parziale e sorprendente allontanamento della Georgia dall’Europa, cui ha ufficialmente chiesto di aderire. È infatti stato approvato in prima lettura dal Parlamento (voto finale fra tre mesi) un progetto di legge governativo che introduce nuove norme per il controllo dei cosiddetti 'agenti stranieri' sul modello di quelle già in vigore in Russia e che sono viste dalle opposizioni come un tentativo di mettere il bavaglio ai media. La mossa ha provocato la protesta di associazioni e cittadini, con violenti scontri, feriti arresti tra i manifestanti.

Sullo sfondo del conflitto in Ucraina, il riavvicinamento tra le autorità georgiane e quelle russe è anomalo e allarma le cancellerie, dopo la guerra tra i due Paesi combattuta nel 2008 in cui le truppe di Mosca intervennero in appoggio delle autoproclamate Repubbliche filorusse dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud. Recentemente, il ministro degli Esteri Lavrov ha espresso la sua soddisfazione per il rifiuto del governo georgiano di aderire alla politica delle sanzioni anti-Cremlino e ha auspicato la ripresa dei voli diretti tra i due Paesi. La reazione del Sogno georgiano, il partito di maggioranza, è stata positiva, mentre contraria si è dichiarata la presidente, Salomè Zourabishvili, scettica anche sulla legge che limita l’attività di gruppi finanziati parzialmente dall’estero.

Certo meno ostile al Cremlino è il premier Irakli Garibashvili, vicino al controverso fondatore del partito Sogno Georgiano, l’oligarca Bidzina Ivanishvili, e poco aperto nei confronti dell'opposizione. Pesa sulle crescenti preoccupazione di Bruxelles, espresse esplicitamente in relazione alla legge appena votata, anche la pesante detenzione dell’ex presidente riformatore Mikheil Saak'ashvili, arrestato al suo rientro in patria dopo un lungo esilio.

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