Troppo spazio mediatico in Italia al Covid? Ditelo a chi vive nei Paesi in allarme
sabato 27 novembre 2021

Gentile direttore,

da quando è cominciata la pandemia ho iniziato a seguire più attentamente la stampa straniera per aggirare le distorsioni che ogni sistema informativo tende ad avere. In molti momenti ho apprezzato il fatto che da noi ci fosse meno tendenza a nascondere la polvere sotto il tappeto, ora trovo stucchevole l’enorme quantità di notizie sul Covid che ogni giorno affollano i nostri giornali dandoci l’impressione di vivere in Truman show. Sembra che in tutti gli altri Paesi l’ansia di tornare alla vita stia prevalendo e le notizie sul Covid vengono marginalizzate a meno che non siano davvero importanti. A cosa attribuisce questa nostra distorsione?

Luca Bollea


Non ho mai ceduto a suggestioni e tentazioni corporative, gentile lettore, e non intendo certo cominciare a subirle adesso, dopo più di 40 anni di mestiere... ma devo dire che, a mio parere, buona parte della stampa italiana sta facendo un lavoro informativo di gran qualità sul Covid e sulle sue conseguenze e non opera affatto la «distorsione» che lei lamenta. Qualcosa di eccessivo e di storto, qualcosa di deliberatamente confusionario e di smodatamente polemico s’è visto, ma in senso opposto a quel che lei sostiene, cioè in senso riduzionista se non addirittura negazionista del pericolo rappresentato dalla pandemia. A me sembra, poi, che in tanti altri Paesi, quelli dove era stata messa la sordina a notizie solide e ad allerta razionali sul Covid, stia ora prevalendo l’ansia da allarme rosso per una situazione sanitaria di nuovo più che preoccupante (come in Germania e in Austria) o addirittura sfuggita di mano (come nell’Est europeo e in Russia). E mi fermo qui, senza citare i troppi Paesi del Sud del mondo ancora abbandonati a sé stessi e a governanti non sempre all’altezza... Le regalo, infine, una battuta: i virus (e gli pseudovirologi) non leggono i giornali, neanche quelli ben fatti, le persone sagge sì.

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