Storia di Covid di sfratti e cartelli «No famiglie» E serie domande
giovedì 4 marzo 2021

Gentile direttore,
dopo aver pagato regolarmente l’affitto (ben pesante, zona Buenos Aires a Milano) per otto anni mi son trovato sfrattato perché non ho accettato subito un aumento di appena il 25%, poi ridottosi al 20% in periodo di Covid e appena uscito dall’ospedale dove avevo rischiato la vita. Ma non voglio soffermarmi sui miei 'benefattori', non lo meritano. Voglio parlare di tanti piccoli proprietari che insistono nel voler affittare ammobiliato agli studenti, che non ci sono più e che, quando ci saranno, saranno sempre meno... La stampa, in genere, ha parlato dell’edilizia per agevolare i ragazzi che studiano e non debbono essere più vessati da canoni assurdi. Visto che sto cercando casa, perché sono stato 'cacciato' con motivazioni anche deamicisiane da parte dei proprietari, mi sono imbattuto in più di una annuncio che metteva ben in evidenza: ' No famiglie'. Beh, questa è follia pura per non dire un’offesa alla società tutta. Confedilizia che ne pensa? E l’Uppi? Inventarsi aumenti lontani dal mercato in pandemia è cristiano, è amore per il prossimo? O come vogliamo chiamarlo? Non affittare a famiglie è cristiano? È cristiana un’antifamiliare 'selezione del prossimo tuo'? Chi gestisce un patrimonio immobiliare non può essere francescano, siamo d’accordo, deve aver un giusto profitto, ma se lo cerchi a ogni costo (per gli altri) di questi tempi, trovo che ci sia qualcosa di manzoniano/molieriano nel senso peggiore... Si parla, infine, di rimuovere il blocco degli sfratti, in diversi casi di morosità anacronistico e ante Covid, ma di fronte a certi comportamenti prima va rimosso il blocco delle coscienze. Questo se hai una fede. E se non ce l’hai, cercala.

Massimo Scotti

Tutta la mia solidarietà, gentile signor Scotti. Uscire dal tunnel del Covid, può non voler dire tornare alla 'vita di prima'... E lei ce lo ricorda toccando un tasto delicato e doloroso. Che la dicitura 'No famiglie' – che ogni tanto vedo anch’io – sia spendibile senza pensieri e senza percepibile riprovazione sociale è qualcosa che stento ogni volta a credere. Anche perché credo che si possa essere – io ne conosco – buoni cristiani e vicini alla spiritualità francescana anche con un patrimonio immobiliare da amministrare con oculatezza. Questa del rifiuto delle famiglie o delle famiglie con figli è, purtroppo, una delle non infrequenti storture del mercato degli affitti italiano. E non è l’unica. Mi auguro che le sue domande alle organizzazioni dei proprietari denuncia trovino ascolto.

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