Sereno e fermo dovere di dire e agire di fronte alle nuove ombre «nere»
mercoledì 15 maggio 2019

Gentile direttore, certamente io non sono, né sono mai stato fascista, come tutti i miei familiari. Io e i miei non siamo mai stati, né saremo mai, comunisti, perché siamo semplicemente cattolici e quindi liberi. Fa bene 'Avvenire' a mettere in evidenza nell’articolo di Diego Motta intitolato «Intolleranza e parole d’odio: l’estrema destra alza il tiro» ( tinyurl.com/y527e66y ) pubblicato oggi, martedì 14 maggio 2019, l’estremismo fa- scista, ma contemporaneamente dovrebbe mettere al bando anche quello comunista che a molti livelli invita con dichiarazioni, striscioni e scritti a uccidere l’avversario politico, cosa non certo nuova per i comunisti. Se non si condanna la violenza di qualsiasi parte si fa la figura di condannare una parte e di essere a favore dell’altra, con risultati assolutamente negativi.

Santo Bressani

A ciascuno il suo, gentile e caro dottor Bressani. Agli estremisti della destra neofascista la riprovazione e la denuncia che spetta civilmente loro, quando compiono gesti insultanti e odiosi e, in diversi modi, tentano intimidazioni violente. La stessa riprovazione e la stessa denuncia a chiunque altro su fronti diversi od opposti, ogni volta che gesti simili e altrettanto odiosi e gravi vengono compiuti. Le edizioni quotidiane passano, ma le annate restano a testimoniare come su “Avvenire” ci impegniamo da sempre anche a questa chiarezza. Una cosa però dev’essere altrettanto chiara: non abbiamo certo bisogno di ricordare, come per bilanciamento, i torti storici del comunismo e del terrorismo rosso o quelli attuali di certe frange antagoniste dell’estremismo di sinistra per mettere in fila – ciò che ha ottimamente fatto Diego Motta nell’articolo da lei citato – episodi ormai tutt’altro che isolati che delineano la vergogna assoluta e insopportabile delle aggressioni verbali e fisiche che gruppi neofascisti compiono contro persone inermi, operatori solidali, uomini e donne di Chiesa (sino a toccare il Papa!) e neppure per poter dire liberamente e convintamente che l’apologia del fascismo è inaccettabile e ricordare, come ho fatto anche pochi giorni fa, che è saggiamente vietata dalla nostra Costituzione (che, pure, nessuno esclude dal gioco democratico). Bastano e avanzano i terribili torti storici del fascismo e le logiche e i metodi «neri» di chi oggi vorrebbe farlo rivivere. Chi, come lei e come me, da cattolico senza aggettivi, ama le libertà e le responsabilità democratiche e la cristiana solidarietà ha il semplice e fermo dovere morale di non chiudere gli occhi, di non tacere l’allarme, di continuare a fare ciò che è giusto e di resistere a ogni spinta verso chine rovinose.

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