mercoledì 25 marzo 2015
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Gentile direttore,
moltissimi ormai sanno che le "Sentinelle in piedi" sono alcune persone che si radunano nelle piazze disponendosi in file ordinate e in silenzio leggono un libro per un’ora. Le Sentinelle sono rispettose di ogni persona, anche quella omosessuale. Le Sentinelle con la loro azione silenziosa vogliono portare l’attenzione su un disegno di legge (Scalfarotto) che intende istituire un reato di omofobia, e perseguire penalmente chi affermi in pubblico per esempio che la famiglia è una sola ed è quella fondata sul matrimonio tra uomo e donna, peraltro come dice la nostra Costituzione. Queste manifestazioni silenziose sono state quasi sempre contestate con violenza non solo verbale dalle associazioni gay, da alcuni militanti politici e da centri sociali e la polizia è dovuta intervenire per contenere la violenza di questi veri e propri assalti.
Vorrei congratularmi perciò con il giornalista che ha condotto la scorsa settimana "Prima Pagina", la rassegna stampa sulla Radio3 Rai e che nel "filo diretto" con gli ascoltatori ha dato prova di professionalità e di voler veramente informare correttamente (sul sito di Radio3 si può ascoltare il podcast, la registrazione, del 19 marzo). Tra gli interventi ha dato spazio alla signora Rosaria che nei giorni della strage di Tunisi, dove si stava facendo la conta dei morti, ha suggerito che «Esiste un problema fondamentalismo religioso in Italia, non solo quello islamico!». Rosaria vede infatti mancare «pluralità religiosa e libertà di credo in Italia dove nascono associazioni religiose con nomi evocativi: Legionari di Cristo, di Maria e anche le Sentinelle in piedi!». La signora Rosaria si è domandata ancora: «Queste ultime sono ronde in salsa cattolica? Vigilano il territorio in funzione anti Isis? Ho visto che si scagliano contro i gay e i malcapitati di passaggio che non la pensano come loro…». E infine ha chiesto al giornalista: «Esiste un problema di fondamentalismo in Italia e non solo di fondamentalismo islamico?». Il giornalista ha indugiato un po’: «Esiste…». Poi ha spiegato che da noi «c’è la volontà di piccole fasce di persone che in maniera poco intelligente si oppongono alla pluralità di idee, di espressione…». E ha sentenziato: «Le Sentinelle in piedi non sono note per una grande riflessione, ma per alcune manifestazioni contro i gay, contro la possibilità di vivere la propria vita sessuale… e imponendo il proprio credo religioso sul piano delle scelte private… Ciascuno è libero di impostare la sua vita ed etica… ma non può imporre agli altri la sua fede, o imporre espressioni di omofobia come quelle di alcune manifestazioni delle Sentinelle hanno dimostrato in varie parti d’Italia». Insomma, gente violenta queste Sentinelle… Complimenti! Certo la professionalità si vede...
Valter Boero - Università di Torino
Forse la sorprenderò, gentile e caro professor Boero, dicendole per prima cosa di aver apprezzato l’intelligente e non scontata varietà (e curiosità) della rassegna stampa condotta tra il 16 e il 22 marzo su Radio3 Rai dal collega de "il Fatto" Gianni Barbacetto. Certo, sulla questione delle "sentinelle in piedi" anche lui l’ha detta grossa, avallando un completo capolvolgimento della realtà. Il che mi fa pensare che certe sistematiche e distorcenti polemiche, alcuni radicali pregiudizi anticattolici e qualche iniziale – e fallito – tentativo di sovrapposizione da parte di loschi e rumorosi estremisti hanno provocato "danni" informativi anche tra giornalisti magari schierati, ma di schietta professionalità. Il problema è che parecchi di questi colleghi non seguono direttamente certe vicende e si fidano troppo del "pensiero dominante", che intossica ormai per inerzia. Ne è prova l’assurda e duplice (dell’ascoltatrice e del commentatore) argomentazione da lei riportata, professore, sulla «violenza» attribuita alle, esse sì, pluri-aggredite "sentinelle"! Uomini e donne di ogni età che con generoso e incontestabilmente democratico impegno chiedono, con manifestazioni statiche e silenziose in piazze "prenotate" secondo le regole, il sacrosanto rispetto della libertà di opinione su un tema, il matrimonio, che è per di più oggetto di limpida regolazione di principio da parte della Costituzione italiana. Manifestazioni che fanno parte della resistenza attiva al tentativo di imporre una normativa liberticida suggestivamente battezzata "legge sull’omofobia" e che nasconde tale grave pretesa dietro alla facciata del condivisibile obiettivo di combattere le discriminazioni contro le persone omosessuali. E pensare che tra i più interessati a difendere il civile diritto di parola ci dovrebbero essere proprio coloro che fanno il mio stesso mestiere di cronista… Continuo a sperare che questi colleghi – non tutti, ma purtroppo non pochi – si tolgano i paraocchi. La voglia di capire come stanno davvero le cose aiuta sempre a vedere la verità e la serietà di un fatto o di un problema.
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