giovedì 11 settembre 2014
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«La regina è sopra le parti. Ogni indicazione che la sovrana possa voler influenzare la campagna referendaria è categoricamente sbagliata. Sua Maestà è ferma nell’avviso che la questione riguardi il popolo della Scozia ». Nella sua asettica semplicità il comunicato di Buckingham Palace lascia, almeno di primo acchito, a bocca aperta. Proprio lei, la regina, l’emblema vivente del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, non prende posizione nel referendum sull’indipendenza scozzese. Che, in caso di approvazione, consegnerebbe la Gran Bretagna come l’abbiamo sempre conosciuta alla storia. Il sorpasso – almeno nei sondaggi – degli indipendentisti ha scatenato la reazione preoccupata dei maggiori leader politici di tutti i partiti che si sono precipitati in Scozia per tentare di convincere i 'Mac' a non rompere l’unione sancita alcuni secoli fa. Una reazione che ha movimentato una campagna finora sonnacchiosa: nulla di paragonabile a quanto accadde 100 anni fa quando l’introduzione dell’'Home act' che dava l’autonomia all’Irlanda venne osteggiato con forza da gran parte dell’establishment britannico fino a voci di ribellioni nell’esercito. Ieri, la Banca d’Inghilterra ha parlato di 'piano d’emergenza' pronto a scattare in caso di addio di Edimburgo e sempre ieri la sterlina ha pagato dazio sui timori di secessione. Le conseguenze, sul piano politico, diplomatico e costituzionale non sono prevedibili e in alcuni casi preoccupano. Di fronte a tutto ciò lei, la Regina, ha mostrato – è il caso di dirlo – un sovrano distacco. Eppure, a ben guardare il suo porsi sopra le parti potrebbe essere il modo di offrire, in caso di vittoria dei secessionisti, un simbolo di unità. Secondo gli accordi, infatti, il nuovo Stato scozzese che nascerebbe la prossima primavera resterebbe parte del Commonwealth e quindi la regina continuerebbe, in un’isola separata da nuovi confini, ad esercitare il ruolo di comune capo dello Stato. Il suo essere e mostrarsi al di sopra della mischia potrebbe costituire il viatico per trovare, una volta passati i momenti iniziali, un simbolo capace di superare tutte le divisioni e gli steccati.
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