lunedì 7 luglio 2014
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​Al vento le parole di Papa Francesco? Assolutamente no. Quelle parole defintive, la scomunica dei mafiosi e l'invito alla Chiesa a fare di più contro il male, segnano davvero un punto di non ritorno. E lo dimostrano anche le chiare e nette prese di posizione dei vescovi calabresi che annunciano anche provvedimenti severi. Niente passi indietro nè tentennamenti, come ha indicato Papa Francesco parlando della necessità di "combattere" le mafie. L'"inchino" al vecchio boss Giuseppe Mazzagatti nel corso della processione a Oppido Mamertino conferma piuttosto quanto il cammino di liberazione dal potere e dalla non-cultura mafiosa sia ancora lungo e difficile. Ma, dice sempre il Papa, va imboccato con sempre maggiore decisione. Parole chiare alle quali devono seguire fatti, comportamenti, segni coerenti. Superando silenzi e distrazioni che purtroppo nel passato ci sono stati e che ancora in parte ci sono. Monsignor Nunzio Galantino, vescovo di Cassano all'Jonio e segretario generale della Cei lo aveva sottolineato con un coraggioso sprone a "una Chiesa che alle volte rallenta il suo passo" sul cammino nel quale "è chiamata a risvegliare le coscienze". È davvero il momento di scelte nette, difficili ma non più rinviabili. Le mafie e la 'ndrangheta in particolare, hanno sempre cercato di appropriarsi anche della religione, dai riti di iniziazione al padrinaggio e alle feste patronali. È la strategia della ricerca del consenso ma anche il furto delle coscienze. Una strategia che, più della violenza e della paura, si dimostra ancora oggi la carte vincente dei clan mafiosi. E che proprio per questo va combattuta con gesti chiari. Ci vorrà tempo ma la strada, quella indicata da Papa Francesco, ormai è imboccata. Ostacoli ci saranno anche più gravi dell'episodio di Oppido ma non può ne si deve più sottovalutare.
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