Scelte nette e coraggiose
sabato 20 novembre 2021

Dopo un periodo ottimistico in cui le aperture sono state definite in modo molto confuso, rispondenti più a interessi economici di parte anziché a regole razionali, si ritorna ad avere giustificate preoccupazioni per una ripresa dei contagi. Il virus con cui abbiamo a che fare non è più lo stesso di prima, per cui i confronti con il passato sono poco significativi. Questa variante 'Delta' sembra essere più contagiosa e relativamente meno sensibile ai vaccini disponibili, soprattutto a quelli che usano un virus come vettore. Siamo quindi di nuovo a discutere quali misure mettere in atto per cercare di diminuire la progressione del contagio. Eravamo arrivati a valori incoraggianti di poco più di un migliaio di nuovi contagi al giorno, per salire ora a valori di oltre diecimila.

Una progressione che, seppure in ritardo, rispecchia ciò che è accaduto in altri Paesi, ad esempio in Germania dove sono stati raggiunti circa 65mila nuovi contagi al dì. A nostro vantaggio abbiamo l’importante percentuale di vaccinati che in Italia è migliore di tutti i Paesi europei. Le differenze non sono piccole se consideriamo che, ad esempio, Romania e Bulgaria con cui abbiamo molti rapporti, hanno vaccinato solo il 25 per cento della popolazione. Tuttavia, anche da noi, la percentuale di popolazione non protetta dalla vaccinazione o dalla guarigione da Covid-19 è ancora molto significativa. Basti pensare ai giovani al di sopra dei 12 anni non ancora vaccinati e quelli al di sotto dei 12 anni per cui si attendono le autorizzazioni dall’Ema, l’autorità regolatoria europea.

Se a questi si aggiunge circa il 10 per cento dei vaccinati in cui la risposta immunitaria non è soddisfacente, coloro che per ragioni mediche non possono vaccinarsi e soprattutto gli almeno 3 milioni di italiani ultracinquantenni che non vogliono vaccinarsi, si capisce perché ci dobbiamo preoccupare. Abbiamo ancora un importante bacino in cui il virus può circolare e può dar luogo a un intasamento degli ospedali e delle terapie intensive con forte danno a tutti coloro che, avendo malattie diverse dal Covid-19, non riescono ad avere le cure necessarie. Di fronte a questa situazione il Governo ha deliberato un richiamo di vaccinazione, la cosiddetta 'terza dose', obbligatoria per i sanitari e raccomandata per gli anziani, coloro che sono a rischio per la presenza di altre malattie e, poi, per tutti coloro che hanno eseguito la vaccinazione completa.

Bisogna quindi introdurre altri interventi se non vogliamo che molte Regioni ritornino in fascia gialla o che addirittura si ricorra ad altre forme di chiusura. E occorre ribadire il concetto della prevenzione. Anche se siamo vaccinati dobbiamo continuare a utilizzare le mascherine pure all’aperto, evitare gli assembramenti e mantenere le regole igieniche. Inoltre, un altro intervento importante è ovviamente l’estensione delle vaccinazioni non stancandosi di dare spiegazioni. Molti italiani non sono no-vax fanatici, hanno paura, hanno dubbi alimentati dagli spazi che vengono dati alle fake news. Abbiamo bisogno della collaborazione dei media, di tutti i media, che spesso utilizzano i no-vax per fare spettacolo.

Occorre da questo punto di vista che il Governo richieda a tutti una maggior responsabilità. Un altro provvedimento necessario è certamente un’estensione del Green pass a ogni manifestazione pubblica, ma soprattutto l’abolizione della possibilità di ottenere questa certificazione con un tampone. Il tampone è una componente impropria del Green pass, perché non protegge ma fotografa che in un determinato momento la persona non è contagiata dal virus. Togliere il tampone vuol dire ridurre le possibilità di movimento ai non vaccinati e quindi invogliare alla vaccinazione. In questo senso, è interesse di tutti i vaccinati sostenere tale decisione e, al tempo stesso, nel proprio ambiente, cercare di informare i non vaccinati anche con l’esempio: facendo il richiamo. Se non vogliamo ritornare a un nuovo lockdown, occorrono scelte coraggiose sostenute dall’opinione pubblica.

Presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri IRCCS

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