mercoledì 30 novembre 2011
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C'è un’unica via d’uscita da questa crisi che richiede l’approfondimento del rapporto tra macroeconomia e beni relazionali: sostituire all’anomia dei mercati finanziari relazioni fiduciarie tra Stati. Nel medioevo l’economia era costruita su relazioni di sfruttamento tra signori e servi della gleba. La nascita della moderne economie di mercato rappresenta un passo avanti fondamentale nell’emancipazione, liberando i sottoposti al potere dei padroni da quell’unica relazione gerarchica. Grazie al mercato diventa possibile mettere a frutto la propria abilità e professionalità perché quell’unico rapporto si frammenta in una molteplicità di relazioni anonime con potenziali acquirenti del prodotto che premiano qualità e capacità di fare. Un corpo sempre più ampio di risultati in economia sperimentale ci dimostra però che la relazione frammentata e anonima dei mercati è a bassissimo contenuto morale. Un operatore finanziario vive la realtà ovattata di percentuali e grafici che scorrono sul proprio schermo e non ha nessuna percezione forte degli effetti della propria scelta di puntare al ribasso sul fallimento di un Paese. Quando guidiamo la macchina e vediamo pedoni attraversare, rallentiamo e diamo strada avendo ben chiare le conseguenze dei nostri gesti; davanti a un terminale, possiamo fare azioni potenzialmente negative senza avere nessuna contezza di ciò che sta accadendo. Riduzioni anche minime di distanza sociale generano comportamenti molto più attenti al bene altrui. I risultati empirici della teoria dei giochi documentano ampiamente che il solo fatto di ricevere un emotikon (una faccina sorridente o una di disapprovazione via sms), dunque, una forma assolutamente debole di contatto sociale, dalla controparte con cui sto giocando riduce in modo significativo i comportamenti opportunistici aumentando fiducia, cooperazione e reciprocità. Passando dal laboratorio alla realtà, alcune nuove sperimentazioni economiche di particolare valore dimostrano che forme di tutoraggio, partnership, creazione di reti e promozione di inclusione consentono di creare relazioni ricche che superano l’anomia delle relazioni anonime dei mercati generando sia effetti positivi sulla soddisfazione di vita dei partecipanti che risultati significativamente migliori in termini di produttività e creazione di valore economico.Le relazioni non vanno "santificate". Gli economisti hanno lavorato molto sulle loro ambiguità e potenziali degenerazioni rilevando i rischi di familismo amorale o di organizzazioni che promuovono gli interessi dei loro associati a scapito di terzi. Inoltre, come ben noto, la controparte beneficiata dalla benevolenza del proprio partner può approfittarsene dando luogo al ben noto fenomeno dell’azzardo morale. La moderna evoluzione dei mercati finanziari ci pone però davanti all’urgenza di applicare al campo della macroeconomia e delle relazioni tra Stati questi nuovi risultati scientifici di economia sperimentale. La crisi del debito di oggi può infatti soltanto essere risolta passando dalle relazioni anomiche dei mercati a relazioni fiduciarie tra Stati. Non esiste una soglia assoluta di insostenibilità del debito ma soltanto soglie relative, ovvero condizionali al grado di fiducia degli investitori. Il Giappone con un debito attorno al 200 percento in massima parte nelle mani dei cittadini giapponesi non sta vivendo nessuna crisi finanziaria. I Paesi dell’Ue con debiti di molto inferiori sì. L’unica via d’uscita in un momento di crisi come questo è togliere il debito dai mercati. Di fatto è quello che fa il Fmi quando concede linee di finanziamento a tassi diversi da quelli elevatissimi che si determinano sui mercati in tempi di crisi, ed è quello che molti chiedono oggi alla Bce e alla Germania. Il problema è che la Germania non ha fiducia nei Paesi periferici e comportamenti come quelli della Grecia in passato non hanno fatto nulla per alimentare tale fiducia. L’unica via d’uscita, lo ripetiamo, è costruire nuove relazioni di fiducia. Il pilastro fondamentale è quello di regole molto severe sui saldi di bilancio (lasciando libertà sul raggiungimento di tali saldi) per ogni Paese, con sanzioni semiautomatiche in caso di violazione. Questo pilastro è fondamentale per superare le diffidenze ed evitare gli ostacoli alla costruzione di fiducia generati dal timore di comportamenti opportunistici della controparte. Una volta costruita tale fiducia, però, bisogna immediatamente incassarne i dividendi creando titoli di debito europei e trasformando la Banca centrale europea in prestatore di ultima istanza. Non esistono altre vie d’uscita dalla crisi che non passino attraverso il progresso fondamentale delle relazioni tra Stati, innestando relazioni fiduciarie ricche in grado di fare di meglio dell’anomia dei mercati. Dopo il superamento delle relazioni feudali e il passaggio alle relazioni di mercato è arrivato il momento di razionalizzare il passaggio a una terza fase più ricca, quella delle relazioni fiduciarie che si innestano sull’infrastruttura di mercato.

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