domenica 4 marzo 2012
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Caro direttore,
non mi sembra che ci siano dubbi sulla necessità di una riforma elettorale che restituisca ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti. Nei giorni scorsi i principali partiti avevano cominciato a discuterne e parevano aver finalmente trovato alcuni punti in comune. Poi però tutto pare essersi bloccato. La riforma elettorale tuttavia è una materia che non rientra nel programma del governo tecnico ma compete ai politici. Purtroppo la sensazione è che le forze politiche siano incerte sui propri destini futuri, da non aver la forza di fare sintesi tra le diverse ipotesi di riforma elettorale che sono sul banco. Poche, quindi, le speranze di vedere sparire a breve l’intollerabile legge "Porcellum" e ottenere una nuova ed equa normativa, prima che scada la legislatura e si torni alle urne…
Mario Pulimanti, Lido di Ostia - Roma
 
Capisco il suo pessimismo, caro signor Pulimanti. Ma continuo a pensare che le forze politiche siano ormai così tanto "in punto di reputazione" che – volenti o nolenti – dovranno lavorare seriamente anche a nuove regole del voto, riavvicinando parlamentari e cittadini-elettori e ridando a questi ultimi un giusto potere sulla scelta dei candidati. C’è un impegno formale in tal senso da parte delle tre formazioni – Pdl, Pd e Terzo Polo – che garantiscono l’ampia maggioranza su cui si fonda alle Camere il governo tecnico di Mario Monti (che sul delicato terreno delle riforme politico-istituzionali si rimette, giustamente, alla libera e responsabile iniziativa del Parlamento). So che una nuova legge elettorale è giustamente attesa, e so che dovrà essere ben congegnata e assolutamente presentabile. Siamo stanchi di regole mediocri e furbette, sconfessate (a parole) persino da chi le ha predisposte, ma solo il giorno dopo l’approvazione... Non fare, o fare male, sarebbe una provocazione, un’ulteriore spinta all’onda montante della protesta contro-politica. Perciò chi spera (e lavora) perché la politica riprenda degnamente equilibrio e ruolo non può che augurarsi che la riforma elettorale si faccia e si faccia bene. E spendersi per questo.
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