venerdì 5 settembre 2014
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Caro direttore,è difficile ammettere di avere sbagliato: l’Occidente, l’Europa in primo luogo non si è data strategie e politiche comuni né di accoglienza, né di integrazione, né, soprattutto, una comune strategia di reazione all’integralismo. Dobbiamo agire subito per imporre la nostra visione, anche e soprattutto attraverso le organizzazioni internazionali non governative, lavorando con competenza e attenzione: le istituzioni non governative svolgono un ruolo insostituibile, non solo in modo diretto, ossia portando aiuto, ma anche in modo meno visibile e persino più importante cioè formando coscienze e atteggiamenti. Se ripercorriamo la storia della vicenda di Greta e Vanessa – le volontarie italiane sequestrate in Siria – scopriamo invece che le due giovani avevano visto bocciato il loro progetto (“Horryaty”, così si chiama) da una delle più importanti associazioni italiane (le Acli), di cui Andervill, il terzo protagonista, era un iscritto, uno dei tanti (settemila) membri in provincia di Varese. Le ragioni della bocciatura erano chiare e indiscutibili: il progetto non poteva essere gestito in sicurezza, mancando i requisiti essenziali che collocano un’azione di quel genere nell’ambito di un impegno complessivo. Nonostante la bocciatura il progetto ha proseguito. Greta e Vanessa erano, e sono, ricche di passione e di voglia di cambiare le cose, così come lo sono la maggior parte dei ventenni di ogni parte del mondo: e torneranno, presto ne sono certa, perché l’Italia farà di tutto – compreso pagare – per riportarle a casa, ma se i media dovessero farne due eroine, a mio parere sarebbe gravissimo. Gli Stati Uniti non pagano, assoluta-mente mai, i riscatti: tentano, invece, blitz militari, che a volte hanno successo, a volte falliscono. Il Giappone paga i riscatti e, poi, si rivale economicamente sulle famiglie dei sequestrati. L’Italia paga i riscatti, ma non lo dice… Deve essere finalmente varata una istituzione regolatrice che sia in grado di imporre regole e chiedere garanzie per il volontariato italiano e per tutto quello che gira attorno a questo mondo, ottenendo dal Governo Renzi la creazione di un istituto di controllo che segua e giudichi, nel bene e nel male, quest’ambito essenziale e che regoli e riconosca le straordinarie azioni tampone che il “privato sociale” compie ogni giorno per salvare le politiche di welfare che non ci possiamo più permettere economicamente e dichiari, finalmente, che noi operatori sociali non siamo tutti uguali, nemmeno nella nostra voglia di donare tempo, lavoro, soldi. Questo vale per tutto il Terzo Settore e vale la filosofia che «il bene – come insegnava Don Bosco – bisogna farlo bene». Parole sante che, per chi non è cattolico come me, scriveva pure Diderot, ben 269 anni fa...Paola Severini Melograni, www.angelipress.comRagionamenti fondati e interessanti, cara amica. Ma riprendiamoli tra un po’, prima di tutto recuperiamo alla vita e alla libertà e riportiamo a casa Greta e Vanessa.
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