venerdì 10 aprile 2015
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Signor direttore:
due zingare a “Mattino Cinque”: «Rubiamo alle vecchiette e se poi muoiono non c’importa niente», e può darsi che una di quelle vecchiette sia la mamma o la nonna di qualche buontempone stupidotto che le difende pure… Quelli che criticano Salvini per aver fotografato l’esatta realtà sui campi rom abusivi, che gli ipocriti amano alla follia purché lontani da casa loro, ancora una volta hanno perso una buona occasione per starsene zitti, infatti, sono proprio le loro stesse leggi “non uguali per tutti” che discriminano i cittadini onesti a favore dei loro pupilli. Le politiche scellerate che ci spremono, sono poi di manica larga verso i rom che a casa loro fanno quello che vogliono alla faccia di Angelino Alfano e della Guardia di Finanza, ebbene per tutti questi benpensanti consiglio di dare una ripassata al vocabolario della lingua italiana il Devoto-Oli alla voce ipocrita: «Simulatore di atteggiamenti o sentimenti esemplari». Che tradotto dal politichese significa: fate come vi dico ma non fate come faccio, cioè stiano alla larga dai palazzi del potere! Dare dello “stupido” a Salvini è come fare un gol, ma nella propria porta, o sputare controvento, e poi... “Chi sono io per giudicare?” allora si vede che Salvini è in buona o pessima compagnia, dipende dai punti di vista.
Enzo Bernasconi, Varese
Il suo ragionamento è a suo modo perfetto, dolorosamente perfetto, signor Bernasconi. Ed è affilato come un rasoio. Cioè come i rabbiosi titoli che ieri “il Giornale” e “Libero” hanno fatto e stampato, rilanciando e amplificando un servizio televisivo del programma Mediaset “Mattino Cinque”. Un’operazione meticolosa, evidentemente pensata per alimentare la favola indecente della «manica larga» dello Stato (e dei Comuni) con rom e sinti, anzi con gli «zingari», e dunque per far arrabbiare quelli come lei. E lei c’è cascato con tutte le scarpe, fino a straparlare di «discriminazioni» ai danni dei «cittadini onesti» e a «favore dei loro pupilli» (cioè di quanti ancora oggi vivono in quelle autentiche regge che sono i “campi”). Da non credere. So però che lei, gentile signore, legge anche “Avvenire”. Forse ricorda, allora, di quando abbiamo raccontato la storia dei copiosi fondi pessimamente usati da “stanziali” che lucrano sui cosiddetti “nomadi”. Le leggende sono un conto, la realtà è ben altra cosa… Ma c’è soprattutto una cosa che mi preme: la prego, da persona di coscienza qual è, si concentri anche solo per un po’ sul meccanismo schiacciasassi messo in piedi in questo caso. Si individuano un paio di minorenni perfette per un ruolo da “baby-criminali”, si fa dire loro qualcosa di “adulto-criminale” mettendole davanti a una telecamera (situazione nella quale troppi italiani oggi – da Matteo Salvini in giù, o in su – sarebbero disposti a sostenere qualunque cosa pur di diventare o restare “personaggio”…) et voilà: ecco servite le ragazze-mostro da sbattere in prima pagina. Naturalmente non come immature, stupide e vanagloriose rappresentanti di se stesse, ma come portavoce di un’intera comunità, addirittura come alfiere di tutto il popolo rom, anzi come prototipi della «zingara» ladra e (quasi) assassina. Una sentenza sferzante, infondata e ingiusta. Come ogni sentenza che giudica le persone per “categoria”, per etnia, per città di nascita, per quartiere di origine, per scuola frequentata, per tipo di capelli o di naso, per colore della pelle… Come ogni parola detta o scritta non “guardando in faccia” gli uomini e le donne a cui si parla o di cui si parla, a uno a uno. E proprio come certi feroci e altezzosi giudizi sugli italiani: tutti mafiosi, corrotti, sporchi, furbastri... Ce ne sono di italiani così, proprio come ci sono rom delinquenti, ma perché fare con disumana protervia di tutta l’erba un fascio? Voglio dire che trovo indecente che tutto questo venga messo in piedi per sostenere l’insensata e sinistra propaganda xenofoba di un leader politico, il leghista Matteo Salvini. Questo signore, centravanti designato di un centrodestra scompaginato e che rischia tragico deragliamento verso la destra di stampo lepenista, ha deciso di trarre il massimo vantaggio da paure e fobie di tanti italiani. Sport pericoloso. Credo, poi, che colpisca non solo me il fatto che, ieri, persino il vero padre fondatore della Lega, il non esattamente temperante Umberto Bossi, abbia preso le distanze dalle ruspanti sparate del suo successore. Il quale però non ha trovato di meglio, affiancato dai soliti scriteriati scudieri, che esibirsi in una polemica feroce con i «vescovoni» (vecchio e ritornante frasario da leghisti adoratori del dio Po…) che l’avrebbero insultato definendo «frasi stupide» le dichiarazioni sui «campi rom da radere al suolo». Beh, o la frase del capo leghista è stupida oppure è criminale. Scelga pure, Salvini. Ma prima si faccia spiegare qualcosa da Bossi. Che di errori ne ha fatti molti ma si è fermato sempre prima di proclami degni del “Mein Kampf”…
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