Quella resa che non è fine ma inizio (tre russi e un tank lo spiegano)
martedì 11 ottobre 2022

Il lettore non si stupisca, perché la vita è bizzarra e complicata. E la mia vita ha compreso anche un’esperienza militare, lunga, ma alla fin fine indimenticabile. Come mai questa fase militare? Perché sono figlio di contadini, nato in campagna. I miei compagni d’università, figli di borghesi e nati in città, non sono andati sotto le armi, io sì. Per ben due anni. Uno per frequentare la scuola ufficiali, e uno per fare l’ufficiale. Tuttavia non rinnego quel periodo, lo ricordo anzi come interessante. Rispetto all’ambiente giornalistico, editoriale o universitario, l’ambiente militare ha questa differenza: il potere è potere. Averlo sperimentato, consente di capire ogni settimana cose che altrimenti ti sfuggono.

La scorsa settimana è morta Piccola Piuma, e chi sa chi era non può dimenticarla. Piccola Piuma era la donna Apache alla quale Marlon Brando aveva dato l’incarico di ritirare per lui il premio Oscar, e di leggere il suo discorso. Il discorso di Brando era una denuncia contro i bianchi oppressori degli indiani: « Abbiamo chiesto loro di deporre le armi per trattare la pace, diceva Brando, loro le hanno deposte e noi li abbiamo uccisi». Machiavellicamente, astuzia. Militarmente, tradimento. Moralmente, una colpa. Io credo che l’ultimo giudizio dovrebbe inglobare i primi due. Alla nostra Scuola Ufficiali c’era un istruttore che aveva combattuto in Libia contro gli inglesi, a un certo punto in Libia lui e i suoi colleghi ufficiali volevano arrendersi ma non sapevano come si fa, e a noi confidava: « Nessuno ci aveva spiegato come ci si arrende». Noi trovavamo la cosa normale: un buon ufficiale non deve sapere come ci si arrende, semplicemente perché non deve mai arrendersi.

Il problema del “saper arrendersi” mi torna in mente in questi giorni perché ho appena visto il video di un carro armato russo che si arrende ai soldati ucraini, e come fa? Tecnicamente, è un’assurdità: il carro armato è una corazza di ferro, i soldati che lo assediano hanno il kalashnikov, nessun soldato ha il bazooka, quindi il carro è inattaccabile, e allora perché i soldati vincono? Perché a un certo punto sulla bocca del cannone appare un lenzuolo bianco, segno di resa: 7-8 soldati avanzano da tutt’intorno col fucile spianato, due carristi escono dalla torretta con le mani in alto, sentono gli ordini che gli vengono dati e tremano, si inginocchiano, si sdraiano, si lasciano perquisire, a quel punto il terzo carrista esce dall’apertura antistante alla torretta, mani in alto, lo sdraiano, lo palpano in tasca, trovano una pistola e la buttano via.

I carristi sono disarmati, il carro è inutile, questo trio di russi è un gruppo corazzato (perché ha un carro), tuttavia s’è arreso a una squadretta di fanti armati di fucile, e come fanno ad arrendersi? Tecnicamente, intendo? Così: con quel lenzuolo bianco sulla bocca del cannone. Questo vuol dire che lo avevano da prima. Son partiti con quel lenzuolo. La resa non è l’atto finale, è l’atto iniziale di questo scontro. Ci si arrende quando si ha nel cervello l’idea della resa, e nient’altro che quella. O forse l’idea di non uccidere e di non essere uccisi.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: