sabato 7 giugno 2014
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​La tattica era semplice e pazzesca, il risultato quantomeno incerto. Ma, dopo cinque anni di guerra devastante, si provò a giocare la “vecchia” carta della sorpresa e della prova di forza. Un prova declinata nella messa in campo di un impressionante numero di uomini: il famoso sbarco, anzi, l’incredibile e drammatica serie di sbarchi in Normandia risultò decisiva per le sorti della Seconda guerra mondiale. O meglio di quella – come alcuni storici affermano – unica, micidiale e lunghissima guerra che ha attraversato – dissanguandolo – il cuore del Novecento. Una guerra condotta tra il 1914 e il 1945, passando per i cupi lustri delle dittature nazista e fascista.Sulle spiagge a nord della Francia, letteralmente inondate dal sangue di migliaia e migliaia di soldati, si è scritta senz’altro una parola decisiva per la storia bellica. Ma settant’anni dopo, il segno lasciato nella Storia (quella con la maiuscola) è forse ancora più significativo. Sono stati, val la pena ricordarlo, settant’anni di pace, democrazia e libertà, in Europa occidentale e, a iniziare dagli anni 90, anche in quella orientale. Ed è emblematico che proprio in Normandia, nel ricordo del D-Day, dopo che per settimane orridi fantasmi di guerra si sono aggirati tra Kiev, Sebastopoli e Odessa, il russo Putin e l’ucraino Poroshenko abbiano finalmente dato corpo al disgelo.Perché da quella gigantesca azione militare del 1944 è scaturita una situazione prima bellica (la svolta decisiva per la vittoria degli anglo-americani) e poi politica e civile che ha portato alla nascita dell’Europa moderna. Un’Europa che dopo secoli di guerra ha conosciuto la pace e la prosperità come mai prima. Un’Europa che ha vissuto un processo d’integrazione – pur incompleto e con cento difetti – ma che ha realmente comportato un serio miglioramento delle condizioni di vita di milioni di persone. Quella stessa Europa che, soprattutto negli ultimi anni, è stata oggetto di critiche e malumori nazionalisti. Fino alle proteste sfociate nel recente voto che ha portato a Straburgo una consistente pattuglia di deputati “anti-Ue”.Posizioni legittime, ma spesso espresse con tale livore propagandistico, da far perdere le possibili buone ragioni che potrebbero aiutare l’Europa a crescere meglio sul percorso pensato e avviato dagli Adenauer, De Gasperi, Schumann, Spinelli. A essere sempre più quell’Europa dei cittadini ormai sperimentata da milioni di persone. Un’Europa resa possibile anche dal sacrificio di migliaia di soldati sconosciuti che sulle spiagge della Normandia settant’anni fa aprirono il varco decisivo nella tetra fortezza continentale costruita dalla follia assassina di Adolf Hitler.
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