Quanto pesa davvero l'intesa anti-profughi coi capibanda libici (coscienza e tasche)
martedì 6 luglio 2021

Caro direttore,

si avvicina il 15 luglio, giorno in cui il Parlamento voterà sicuramente il rinnovo così com’è della 'missione' italiana in Libia. Non so quanti italiani, oltre i lettori di 'Avvenire', ne siano a conoscenza. Non so quale spazio la stampa italiana riservi alla vicenda. Mi chiedo perché gli enti che si occupano di rifugiati e di migranti e non promuovano manifestazioni di civile contestazione del cosiddetto 'trattato Minniti'. Quanta buona accoglienza si sarebbe potuta fare con i quasi mille milioni di euro che l’Italia ha investito negli ultimi 5 anni per bloccare 'a tutti i costi' i flussi migratori!

Giovanna Vergnano Chieri (To)

Abbiamo ribattezzato certi capibanda libici 'sindaci' e abbiamo fatto patti con loro. Persino nei campi di detenzione 'governativi' si continuano a commettere intollerabili violenze sulle recluse e sui reclusi per la colpa di essere emigrati dal loro Paese. È una vergogna che ci pesa sulla coscienza e – come lei ricorda, gentile signora Giovanna – anche sulle tasche. Tra pochi giorni si rischia di ripetere l’errore, invece di battere con decisione la strada maestra della rimozione alla radice delle cause delle migrazioni irregolari, sistematizzando i 'corridoi umanitari' e dando seguito alle buone idee della ministra Lamorgese per riattivare decenti flussi controllati e regolari di emigrazione per lavoro (stagionale e no). Non tutti hanno taciuto, non tutti taceranno in questo nostro Paese che si è ammalato di propaganda cattivista e di politica senza visione né spina dorsale e dalla morale intermittente.

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