giovedì 17 febbraio 2011
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Caro direttore,lei preferisce parlare con toni chiari ma pacati. Giusto, giustissimo, ma non sempre. Non quando tutti urlano e strepitano, non quando il clima di confusione è totale. Perché in una fase come questa il tono pacato, anche se chiaro, dà la sensazione di una fede "tiepida", di un certo "lasciamo andare", tanto non stanno toccando i miei familiari. E invece, proprio ora che la gente è confusa, vedo la necessità di una guida con voce forte e ferma in grado di stigmatizzare, di raccogliere e portare i cristiani verso la "terra promessa". Perché noi siamo purtroppo nella condizione di schiavi. Schiavi di gente che seguendo ideali malsani e oggettivamente anti-cristiani ci ha ridotto a dividerci su due fronti e ha moralmente devastato il Paese con la tv. Non sono un fondamentalista, ci mancherebbe, sono solo uno che è stanco di essere preso in giro, e che vorrebbe accogliere l’invito del Papa e del cardinale Bagnasco ai cattolici a tornare a sentire il dovere di "fare politica" per affermare la propria posizione e non una di comodo, ora a destra, ora a sinistra. Ma per far questo – rilegga la Bibbia, il libro di Giobbe – alla fine, l’uomo giusto... urlava! Urlava di rabbia, chiedendo il perché. Voglio dire, caro direttore, che di pacatezza non sento proprio il bisogno, non so proprio più a cosa serva. Forse serve solo a far star tranquilla la propria coscienza. Vi leggo sempre e comunque!

Luigi Ferrante

Lei è una bella persona, caro signor Ferrante, e dunque interpreto positivamente la sua appassionata sollecitazione. Ma non cambio avviso: quando tutti urlano, credo che sia più che mai necessario riuscire a ragionare e compiere ogni sforzo per non accrescere il frastuono. Anche perché essere pacati non vuol dire non essere "forti"... Certo, succede ogni tanto anche a me di gridare, come a (quasi) tutti. E posso dire che non mi è mai capitato di esser capito meglio, anzi. Oggi più che in altri momenti mi sembra giusto dire le cose che vanno dette col tono pacato che mi piace anche negli altri (e che è tipico di questo giornale). Penso che le cose che vengono dette (e scritte e fatte) con questo stile, siano più utili ed efficaci. Gli esempi e i modelli positivi anche oggi, del resto, non mancano. Nel mondo cattolico, per fortuna, sono tanti; in quello delle istituzioni invece no, e anch’io continuerò a chiedere che si cambi registro.Quanto alla mia famiglia e alla mia coscienza, mi sono carissime. E in questo la pacatezza non c’entra proprio. Del resto, gentile amico, può constatare anche lei che quando le opinioni sono chiare – comunque siano espresse – fanno rumore lo stesso. A volte anche troppo.
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