sabato 8 dicembre 2012
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Caro direttore,
mi stupisce, in tutta onestà, lo scalpore che hanno suscitato le interviste di Bondi e Galan rispetto ai temi etici nel Pdl. 
Galan aveva espresso più volte negli anni passati tale posizione, in interviste pubbliche, definendola ampiamente condivisa nel Pdl e taciuta per mera convenienza politica. 
D’altra parte, risulta francamente dissonante anche il continuo autoaffermarsi paladini o addirittura monopolisti dei 'valori cristiani' di chi in due esperienze di governo (2001-2006; 2008-2011) ha passato più tempo a risolvere le beghe interne che a curarsi del bene comune, facendo aumentare in entrambe le esperienze il debito pubblico senza diminuire la tassazione e contribuendo ampiamente a condurre l’Italia sul baratro di cui allo scorso anno; per non parlare di chi – senza alcuna obiezione, e ora puntando a tornare sulla scena – ha portato in Parlamento soubrette e affini tanto da condurre La Russa e Gasparri a dichiarare pochi mesi fa: «La prossima volta dovremo fare attenzione al curriculum e alla serietà delle persone candidate». 
Se i valori non negoziabili devono rappresentare il fondamento di un’antropologia seria e impegnativa, colpisce vedere che certe persone impegnate nella difesa della vita dal concepimento alla fine naturale abbiano regolarmente difeso provvedimenti sui migranti, sulla gestione della sicurezza sociale, sul commercio di armi, sulla politica estera, che facevano a pugni con tale visione. Penso che un certo anticomunismo militante e machiavellismo non faccia rima con cristianesimo. E non è una scoperta dell’ultima ora.
Alessandro Simonato, Portogruaro (Ve)
 
Stupirsi è un conto, caro signor Simonato. Ben altra cosa è prendere debita nota dello 'strappo biopolitico' teorizzato apertamente da Bondi e Galan che, è vero, negli ultimi anni non avevano fatto mistero delle loro posizioni anche polemicamente laiciste, ma ora stilano liste di persone, impegni e visioni etiche sostanzialmente da 'espellere' da una vagheggiata fase due del berlusconismo politico. Quanto all’impegno che discende dall’adesione a quei valori primari – vita, famiglia, libertà di credere, pensare ed educare – che definiamo 'non negoziabili', abbiamo sottolineato a più riprese (e senza fare sconti ad alcuno) coerenze e incoerenze, timidezze e contraddizioni di coloro che a essi si richiamano da cattolici e da laici. Incoerenze e contraddizioni che non sono state sempre la regola, ma non sono state neanche irrilevanti, a destra come a sinistra. Sul piano dei progetti e degli atti legislativi, più a sinistra che a destra. E sul piano dei comportamenti personali, più a destra che a sinistra. Ora si profilano connessioni preoccupanti tra una certa destra e una certa sinistra? Pare proprio che sia così, e ne abbiamo già avuto una prova, purtroppo triste e clamorosa in materia di 'legittimazione' non dei figli, come appariva e si è detto, ma sostanzialmente dei genitori incestuosi… Un motivo in più questo rischio incombente per reclamare l’elementare diritto di poter dare il nostro voto a persone serie e non solo a un contenitore partitico. Ma anche un pesantissimo motivo in più per cercare con convinzione qualcosa di nuovo a cui dare fiducia in politica, e per avere il senso del dovere, la lucidità e la pazienza di contribuire a costruirlo.
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