Più che proclamare Giornate «contro» ne serve una vera «per» la famiglia
venerdì 2 luglio 2021

Caro direttore, sono un po’ stanco, come molti penso, di questo mettere al centro del dibattito pubblico – ripreso continuamente da mass-media, politici e chiacchiere varie – questioni che nella realtà sono marginali, ma che vengono urlate e che vengono, inoltre, affrontate da prospettive completamente errate. Una di queste è l’omofobia. Come tutte le questioni di discriminazione è una questione educativa e non repressiva. Ma le scrivo per un altro motivo: perché non istituire una Giornata nazionale non 'contro' l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia ma 'per' la famiglia? La famiglia (qualsiasi cosa essa significhi nel mondo di oggi) è una realtà e un tema che riguarda il 100% delle persone, che è molto importante (vorrei dire essenziale ma non voglio sbilanciarmi...) dal punto di vista generativo, educativo, affettivo, valoriale, del prendersi cura, del sostegno reciproco, dell’ambito economico... Perché non indire, laicamente, una riflessione e una celebrazione annuale di questa grande invenzione dell’umanità?

don Massimo Bottarel


Esiste, caro don Massimo, una Giornata internazionale della famiglia. È stata proclamata nel 1994 dall’Assemblea generale dell’Onu e si celebra il 15 maggio di ogni anno. In questo 2021, in Italia, è stata per così dire 'introdotta' il giorno precedente, 14 maggio, dagli Stati Generali della Famiglia promossi dal Forum presieduto da Gigi de Palo e ai quali hanno partecipato molte voci significative e addirittura il Papa e il presidente del Consiglio Mario Draghi.

Con un simile prologo, che ha generato cronache su tutti i media per due giorni consecutivi, quest’appuntamento è diventato un fatto davvero eccezionale e senza precedenti. Ma ciò che lei dice è profondamente giusto. Dovremmo prendere più sul serio nel segno del «per» la Giornata e la famiglia che, effettivamente, oggi come e più di ieri, nei cinque continenti, significa molte cose anche diverse, ma è e resta il luogo generativo per eccellenza e la prima 'scuola di relazioni'. Ecco perché merita di essere riconosciuta, custodita e valorizzata per la sua realtà che è – diciamolo pure – essenziale. Umanamente fondamentale. (mt)

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