lunedì 21 gennaio 2013
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Caro direttore,
la liturgia di domenica scorsa, celebrando il “Battesimo del Signore”, ha invitato ogni battezzato a rivivere con ulteriore responsabilità e gioia l’atto con il quale siamo divenuti “Figli di Dio” dopo la nostra nascita umana, una nascita della quale Dio Padre è stato partecipe e “donatore” sin dal concepimento. Il Battesimo è un momento del tutto “straordinario” nella vita di un cristiano, eppure non solo non siamo in grado di ricordare quanto è avvenuto quel giorno, ma stentiamo anche a ricordare in quale giorno siamo stati battezzati.
Rammentiamo la data del nostro compleanno, ma ricordare la data del nostro Battesimo non è proprio così immediato. In famiglia viviamo e ricordiamo con grande intensità il Battesimo ricevuto da mia figlia Miriam. Il 22 aprile 2005, Miriam è nata in condizioni decisamente gravi, tanto gravi che a noi genitori venne chiesto se volevamo che ricevesse immediatamente il Battesimo, sacramento che fu amministrato da padre Domenico Spinelli presso il Reparto di Neonatologia dell’Ospedale Pugliese di Catanzaro. Miriam, dopo meno di un’ora dalla sua nascita umana, è nata quale “Figlia di Dio”. Miriam, sette anni dopo, ha superato tante difficoltà nel suo percorso di guarigione e di ripresa fisica, ma in particolare oggi può rendere grazie e gloria a Dio per tutto l’amore che riceve.
Marino Gentile
Nel caso di sua figlia, caro signor Gentile, compleanno e Battesimo coincidono. E certo tra le «tante difficoltà» che la vostra Miriam ha affrontato e superato non c’è mai stata quella, davvero dolce, di ricordare una data così preziosa per un credente. Per qualcuno in effetti è così, ma solo eccezionalmente. In genere, i due eventi oltre a essere distinti sono anche (poco o tanto) distanti. E non c’è dubbio che la festa più grande, anche tra noi cristiani, venga fatta nel giorno della nascita. Credo che non ci sia alcuna sottovalutazione del Battesimo in questo, ma tanta (comprensibile) tradizione. Per quanto mi riguarda – e sono sicuro di dirle qualcosa che sperimenta anche lei – l’esperienza comunitaria cristiana mi aiuta immensamente a “ricordare”. Rivivo la mia nascita come cristiano, e faccio festa, ogni volta che partecipo alla celebrazione di un nuovo Battesimo, che sia quello di un bimbo presentato dai suoi genitori o quello di un adulto che, a una svolta del suo cammino, ha incontrato Gesù Cristo. E questo mi accade anche per un altro Sacramento, quello del Matrimonio. Nei giorni scorsi l’ho vissuto accanto a due giovani pieni di gioia e di fede. Non mi accadeva da un po’ di tempo di vedere “da vicino” sposi così giovani e così felicemente consapevoli di ciò che stavano iniziando, di che cosa si stavano promettendo e davanti a Chi. Mi ha fatto un gran bene. Anche pensando a tante storie e parole amare che popolano le cronache che affronto ogni giorno. Se davvero ci dimentichiamo di far festa per le cose importanti, caro amico, c’è Qualcuno che non ci dimentica, e pazientemente ci dà occasioni e ci insegna a ricordare.
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