Perché non si può sminuire come «inciucio» ogni dialogo
venerdì 16 giugno 2017

Caro direttore,

non capisco perché si continua a demonizzare e a bollare come “inciucio” ogni ipotetico accordo post elettorale tra forze politiche diverse: se nessun partito riesce a ottenere il 51% (e magari è ben lontano da questo traguardo) mi sembra logico e giusto che si cerchi un compromesso con altre “minoranze”. Magari rinunciando reciprocamente a qualche punto del programma. Un governo è veramente democratico quando, bene o male, la maggioranza dei cittadini vi si riconosce. L’importante è che si agisca sempre alla luce del sole e per il bene del Paese...

Paolo Rosario Ceraso


Mi ha indotto alla sua stessa riflessione il discorso che, qualche sera fa in tv, ho sentito fare e infarcire sprezzantemente di termini come “inciucio” da una parlamentare che milita in una formazione che usa definirsi “moderata”. Siamo proprio messi male, se chi fa politica ai massimi livelli ha questa considerazione del dialogo e alimenta il disprezzo verso l’arte nobile del compromesso alto e a fin di bene. Quelli che qualcuno oggi definirebbe “inciuci” hanno, pensate un po’, anche contribuito a dar vita alla nostra Costituzione. L’importante è che ci siano le condizioni che lei ricorda: trasparenza, disinteresse personale e interesse al bene comune. (mt)



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