Pena per i russi: un popolo stretto tra potere, censura e aspre menzogne
giovedì 7 aprile 2022

Caro direttore,
dopo settanta anni di vita costretta sotto il sistema staliniano, in cui la menzogna era totalizzante e tutti ci vivevano dentro, con Gorbaciov i russi hanno avuto la glasnost (trasparenza) e la libertà di parola e di iniziativa. Ma le speranze suscitate dal crollo del comunismo sono state deluse e su questa delusione ha fondato la sua ascesa al potere Putin, che del liberismo capitalista ha preso l’ingordigia senza scrupoli e dal comunismo sovietico le tecniche di manipolazione del consenso e l’uso della violenza necessaria a mantenerlo, eliminando anche fisicamente ogni possibile dissidenza. Così il popolo della Federazione Russa (con le tante etnie che la compongono) si trova ancora sotto la dittatura della menzogna, mimetizzata sotto le nobili parole dell’orgoglio nazionale e della vocazione a salvare la civiltà dalla corruzione occidentale. E la Chiesa ortodossa, giustamente orgogliosa dei martiri che non si sono piegati a regime, si trova a essere guidata da chi offre alle bugie del nuovo despota il supporto della religione: un tradimento del Vangelo e del servizio alla verità. Molti russi vivono come zombi: da anni non hanno possibilità di confrontarsi con una realtà che non sia manipolata da Putin e dai suoi. Tutta la solidarietà va al popolo ucraino martirizzato dall’esercito invasore. Ma anche il popolo russo merita compassione. Anche perché molti nel nostro libero Occidente hanno avallato con entusiasmo l’ascesa al potere dell’ambizioso ex funzionario del Kgb in nome dei buoni affari. In fondo, la libertà ci interessa solo se è la nostra.

Marisa Sitta


La sua riflessione è molto amara, gentile e cara amica, ma è solida ed è assai utile perché aiuta non a giudicare, ma a ricordare. E a inorridire quando – a causa di Vladimir Putin e della nostra superficialità – identifichiamo un intero popolo con colui che ha inquadrato e mandato migliaia e migliaia di giovani russi a uccidere e a essere uccisi in Ucraina (come, prima, in Cecenia, in Georgia e in Siria...) usando freddamente sia la censura sia la deformazione della realtà nella sua propaganda (che, come si sa, è un male contagioso). È quasi inevitabile questa identificazione, ma è totalmente ingiusta. Proprio come gli affari incrociati fatti sino a oggi e che tutti continuiamo a fare, proprio mentre si fa strage, si comminano sanzioni e si semina odio. No, non è il popolo russo il nemico. Non lo diremo, non lo ripeteremo e non lo sentiremo mai abbastanza.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI