sabato 11 giugno 2016
Terra dei fuochi: il problema sono i veleni non le ecoballe
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​Sono tanti, troppi, a voler cancellare l’appellativo "Terra dei fuochi". Personalmente non ho fretta. Non che mi piaccia, ma sono dell’opinione che è bene resti a futura memoria. Come per altri tristi luoghi di cui ci vergogniamo. Perché il passato non abbia a ritornare. Perché i figli sappiano che cosa accadde ai loro padri. La storia non si cancella, non si deve cancellare. Non ho fretta. Vogliamo che le cose vengano fatte bene. Che la verità, in tutta la sua complessità e gravità, venga alla luce. Vogliamo che tutti sappiano che cos’è per davvero la "Terra dei fuochi". Nessuna terapia mai potrà essere efficace senza una esatta diagnosi. Matteo Renzi è venuto a Marcianise, nel Casertano e a "Taverna del re" nel Giuglianese. E di questo lo ringraziamo. È venuto nel cuore della "Terra dei fuochi", in quelle zone dove i morti per cancro e leucemia, anche in giovanissima età, non si contano. Proprio a Marcianise, solo pochi mesi fa, furono individuati ben 22 pozzi avvelenati da liquami industriali. "Taverna del Re": oggi un luogo da incubo. Campagne amene – il corrispettivo di 320 campi di calcio – dove negli anni sono state ammassate ben sei milioni di tonnellate di immonde immondizie. Renzi: «La politica italiana e campana prenda degli impegni affinché questo territorio torni a respirare». Queste parole ci riempiono di gioia. Respirare: per tanti solamente un sogno. Renzi ci restituisce il diritto al respiro e di questo non finiremo mai di essergli grati. Quando avverrà, naturalmente. Perché dopo essere stati tante volte delusi da promesse non mantenute, ci andiamo con i piedi di piombo. Ma non siamo rassegnati, no. Solo facciamo attenzione che alle parole seguano i fatti. Stavolta sarà diverso? Non solo lo speriamo, ma per questo preghiamo e ci impegniamo. Renzi, però, fa un passaggio, già tentato altre volte, che ci preoccupa non poco. Dice: «Entro 3 anni nessuna ecoballa in Campania, cancelleremo vergogna Terra dei Fuochi». Il fatto è che le famigerate e assurde «ecoballe» non sono il pericolo principale della "Terra dei fuochi". E Renzi lo sa bene. Durante l’incontro avuto con lui alla Reggia di Caserta io stesso ebbi modo di farglielo notare: «Presidente – gli dissi – "Terra dei fuochi" non sono le ecoballe di Giugliano. "Terra dei fuochi" è il risultato dei rifiuti industriali che dal centro e nord Italia sono giunti in Campania con la complicità della camorra nostrana e di una politica collusa, corrotta o ignava. "Terra dei fuochi" è anche il risultato delle mille fabbriche che lavorano in regime di evasione fiscale. Se scarpe, borse, indumenti vengono prodotti in barba alle regole e al fisco, è del tutto logico che poi gli scarti dovranno bruciare o essere interrati da qualche parte. Presidente, anche dalla Toscana sono arrivati in Campania questi orribili rifiuti industriali». Renzi abbassò lo sguardo e sussurrò: «Lo so, padre...». Se, dunque, Renzi sa bene che cos’è veramente lo scempio della "Terra dei fuochi", saprà certamente che lo smaltimento delle immondizie – urbane? – accumulate a Giugliano non potrà risolvere il dramma immenso della "Terra dei fuochi". Queste cose i volontari e i cittadini le sanno bene. Certo da qualche parte occorre cominciare e a noi sta bene che si cominci da "Taverna del re". L’importante è che si dica la verità. Anche quando è troppo complessa e complicata. Resistendo all’ansia di chiudere in fretta questa ferita. La verità è che finché non si vanno a mettere le mani sulla piaga del lavoro nero e dell’evasione fiscale, "Terra dei fuochi" continuerà a bruciare. Finché non vengano tracciati i Tir che attraversano l’Italia in lungo e largo, "Terra dei fuochi" continuerà a esistere. Finché non si guarderà con trasparente onestà al rapporto ambiente-salute-lavoro la gente continuerà ad ammalarsi e morire. Ma a Renzi siamo riconoscenti anche per aver riportato il discorso sul nostro Meridione: «Per troppo tempo tutto ciò che è qualità, innovazione, eccellenza nel Mezzogiorno è stato scientificamente mascherato e nascosto». Diciamolo: quel «scientificamente» spaventa. Il nostro Sud ha sofferto troppo. Non è un caso se gli scarti industriali hanno seguito la rotta Nord-Sud e non viceversa. E poiché il Presidente ha fatto riferimento alla piaga della camorra, non è superfluo ricordare che la camorra è tenuta in vita anche soprattutto dalla povertà che si fa miseria. In un mondo dove i giovani non riescono a trovare lavoro per poter mettere su casa e realizzare i loro sogni, la camorra non fatica a fare incetta di seguaci. Diamo una mano alla nostra cara gioventù. Arriviamo prima. Presidente, noi ci siamo. La Chiesa campana c’è. I volontari ci sono. Una bella società civile c’è. Eliminiamo, una volta per sempre, la vergogna di un Sud in una posizione di inferiorità. Cancelliamo quell’obbrobrioso «scientificamente» e camminiamo verso una Italia veramente unita.
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