domenica 9 maggio 2010
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Caro direttore,vorrei fare i complimenti a tutti voi della redazione di Avvenire e anche a Riccardo Maccioni, che ha scritto l’articolo di fondo del primo maggio scorso: «Così ci parla l’uomo dei dolori». L’articolo si legge bene e soprattutto mi piace la definizione della gioia: «Che è il valore aggiunto della Fede, la cornice che valorizza il quadro…».  Questa definizione è chiara e mi è piaciuta molto. Sono una paladina della gioia… sono riuscita a non perderla neanche di fronte a un lutto gravissimo, la morte di un figlio bellissimo di 28 anni, avvenuta una decina di anni fa quasi all’uscita della A1 per Roma: Lorenzo (questo è il suo nome) è morto mentre prestava soccorso a un automobilista sulla corsia di emergenza… un camion ha sbandato e lo ha preso in pieno, agganciandolo e sbattendolo sull’autostrada. L’investitore è fuggito lasciandolo senza soccorso. L’enorme folla che è accorsa ai funerali è stata per noi una grande manifestazione di affetto (sì, Lorenzo conosceva tanta gente, anche a noi sconosciuta, soprattutto i barboni della stazione Ostiense). Alle molte persone che mi hanno chiesto perché non mi disperavo e non urlavo, la mia risposta è stata: «Perché ho la serenità nel cuore e mi consola il sapere Lorenzo nella braccia del Padre». Vi voglio molto bene e vi sollecito ad essere portatori di gioia.

Teodora Ciampa, Roma

Facciamo e faremo il possibile, cara signora Teodora, per essere degni di lettori, e di madri, come lei. Mi permetta un abbraccio affettuoso a nome di noi tutti.

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