Ottant'anni fa il via all'era atomica tra meraviglie e terribili incubi
venerdì 2 dicembre 2022

Gentile direttore,

il 2 dicembre cade l’80° anniversario dell’avviamento della pila atomica di Enrico Fermi a Chicago: segnò l’inizio dell’era atomica. Io, avendo operato in materia di reazioni atomo-molecola, ho sempre prestato molta attenzione alla vicenda di Ettore Majorana, ritenendo non irragionevole l’ipotesi che il grande scienziato abbia deciso di sparire avendo intravisto un futuro segnato dal possibile uso catastrofico della forza dell’energia nucleare. Adesso che molti, troppi, non credono più in Dio, Creatore e Padreterno, abbiamo padreterni come Kim Jong-un e Vladimir Putin che ci graziano della loro bontà non usando la bomba atomica. Mala tempora currunt.

Silvio Ghielmi, Milano


Una riflessione semplice e potente la sua, gentile e caro dottor Ghielmi. Utilissima in questo tempo in cui torniamo ad aver chiaro che praticamente tutto, dall’energia nucleare all’idea di famiglia, può essere usato come arma di guerra. Non a caso metto insieme due “meraviglie” che scelte dissennate, superficialità anche criminali, propagande maligne e immani egoismi possono trasformare in incubi. Accade in questo nostro tempo bello eppure anche complicato e feroce, in cui scopriamo che c’è addirittura qualcuno che si dice cristiano e che vorrebbe rendere complice anche Dio delle carneficine belliche che i potenti organizzano e i piccoli e i poveri subiscono… Ma c’è sempre una via di salvezza e un’obiezione che si può e si deve levare alla follia disumana della guerra. Mi piace, e la custodisco anch’io, sin da ragazzo, l’idea che la «scomparsa misteriosa e unica di Majorana » (così l’ha cantata Franco Battiato nel 1989, nella sua “Mesopotamia”) sia stata una scelta umile e alta di non cooperazione con il grande e apocalittico male che lo scienziato intravvide e che diventa possibile ogni volta che gli esseri umani non sanno più darsi limite, confondono bene e male e si convincono che le proprie ragioni “meritano” di distruggere quelle altrui. Costi quel che costi.

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