venerdì 25 maggio 2012
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Caro direttore,
ma l’Italia diventerà mai un Paese "normale"? Lunedì scorso il presidente del Consiglio in visita alle zone terremotate è stato fischiato.
Non credo che a qualcuno desse fastidio che egli andasse a manifestare la solidarietà e l’impegno del governo. No, l’Italia non riuscirà a diventare un Paese normale. Perché all’italiano medio, da Nord a Sud, piace un governo che per ogni 100 euro di entrate decide di spenderne 140. Così hanno fatto più o meno i governi precedenti, e quando arriva qualcuno che dice che così non si può andare avanti, che per far quadrare i conti, pena il fallimento delle finanze statali, bisogna sia ridurre le spese che aumentare le entrate, questo agli italiani non piace; meglio qualcuno che ti lascia vivere tranquillamente al di sopra delle tue possibilità, come è successo all’ombra del Partenone. E così un premier che dai principali leader mondiali viene additato come esempio di capacità, di serietà e di buon governo, qui in Italia diviene oggetto di ogni sorta di attacchi, denigrazione, fischi, lazzi, battute sceme e pseudo-satira politica, come se fosse Monti la causa della disoccupazione e del disastro dell’economia, che invece egli fa di tutto (anche l’impopolare, ebbene sì!) per contrastare. Altro che scadenza a marzo 2013; per sperare di cominciare a cambiare veramente questo andazzo "all’italiana", ci vorrebbe Mario Monti presidente del Consiglio per almeno altri 5 anni!
Massimo Cemmi, Darfo Boario Terme (Bs)
 
Comprendo la sua amarezza, caro signor Cemmi. Ma vorrei rincuorarla: i «fischi a Monti» non sono stati un uragano, bensì la contestazione mossa al premier da un ridotto gruppo di persone.
Vanno insomma registrati (e anche noi l’abbiamo fatto), ma appunto per quel che in realtà sono stati, senza gonfiarli a dismisura. Per il resto sono d’accordo con lei: in questo nostro straordinario Paese un po’ più di sana "normalità" – quella della vita buona, che porta a fare con onestà e dignità la propria parte, a coltivare attese ben proporzionate, a essere solidali e, pensi un po’, anche a dare in modo giusto e non strumentale le notizie… – ci è proprio indispensabile.
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