mercoledì 14 marzo 2018
È la tradizione, non il Vangelo, a identificare in Giovanni colui al quale Gesù indicò di «adottare la Madre smarrita». Se ne discute ancora, ma non vi è consenso
Nessuno dei Dodici sotto la croce? Il «discepolo amato» resta anonimo
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Caro direttore. il 21 febbraio 2018 Rosanna Virgili nell’articolo intitolato «Il destino di Giuda e il nostro bacio sciupato» ha scritto: «Nessuno dei Dodici si trovò sotto la croce (...) se non un anonimo discepolo per adottare la Madre smarrita». Il Vangelo di Giovanni, 19,26, afferma che Gesù affida la Madre al «discepolo che egli amava», peraltro già presente nell’ultima cena. La tradizione lo ha identificato in san Giovanni evangelista, apostolo. Dunque almeno uno dei dodici si trovava sotto la croce. Mi piacerebbe sapere su quali basi la biblista ritiene questo discepolo «anonimo» e non identificabile con Giovanni. Grazie.

Tarcisio Maria Vergnano Chieri ( To)

Gentile lettore, come lei nota il «discepolo che Gesù amava» compare nel Vangelo di Giovanni soltanto a partire dall’Ultima Cena e precisamente nei seguenti passi: 13,23-25; 19,25-27; 20,1-10; 21,7.20-24. La sua identità storica è, dunque, custodita fino alla fine del quarto Vangelo da un rigoroso anonimato, patentissimo quando – nella citazione conclusiva – si legge: «questi è il discepolo che rende testimonianza di queste cose e che anche le ha scritte (o fatte scrivere)» (21,24). Nessun nome del discepolo amato, dunque, è rivelato nel Vangelo e, certo, volutamente. Da dove nasce, allora, la tradizione, che lei giustamente ricorda, dell’attribuzione del nome Giovanni al discepolo anonimo (e amato) di Gesù? Come è noto, tutti e quattro i Vangeli canonici non portano i nomi dei loro autori, ma essi vennero aggiunti quando iniziarono a diffondersi nelle Comunità cristiane delle origini. Circa il quarto Vangelo esso dovette da subito imporsi con il nome di Giovanni che servì a denominare il «discepolo amato» di Gv 21,24. Ma solo con Ireneo di Lione (130-200), questo 'Giovanni' iniziò a essere identificato con l’Apostolo figlio di Zebedeo. Sull’esattezza e opportunità di questa identificazione, in realtà problematica sotto molti aspetti e non condivisa da tutti neppure nella tradizione antica, si discute ancora senza che sia possibile raggiungere un consenso. Ma ciò che resta inoppugnabile, poiché 'scritto' nel Vangelo stesso, è l’anonimato di questo «discepolo» fors’anche di grande valore simbolico. Cordialmente

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