sabato 30 gennaio 2021
La rivoluzione delle applicazioni di trading che fanno concorrenza agli investitori storici
Dal caso GameStop alle azioni Tesla: così milioni di scommettitori stanno rovinando i piani degli speculatori professionisti Una finanza lontana dall’economia

Dal caso GameStop alle azioni Tesla: così milioni di scommettitori stanno rovinando i piani degli speculatori professionisti Una finanza lontana dall’economia

COMMENTA E CONDIVIDI

Nella sua versione romantica, la storia degli ultimi giorni di GameStop è quella di una moltitudine di piccoli investitori che si mette assieme per portare via un sacco di soldi agli hedge fund, i più spregiudicati fondi speculativi. Messa così è una storia anche avvincente, perché decine di migliaia di piccoli trader stanno riuscendo davvero a mandare per aria le speculazioni dei fondi. Ma una volta pulita dalla retorica questa favola anti-sistema si trasforma in un altro episodio del graduale allontanamento dei mercati finanziari dalla realtà dell’economia.

Dal punto di vista tecnico, GameStop è stato definito un caso esemplare di ' short squeeze', qualcosa che potremmo tradurre come lo 'schiacciamento dei ribassisti'. Questa storica catena di negozi di videogiochi da anni chiude i conti in perdita. Con la diffusione dei videogiochi in streaming rischia di sparire, com’è successo a Blockbuster. Gli hedge fund non credono che GameStop sarà capace di trovare il suo posto online: per questo a Wall Street le giocano contro. Lo fanno da mesi con il vecchio metodo delle vendite allo scoperto: siglano accordi per vendere in futuro azioni GameStop che nemmeno possiedono a un prezzo molto più basso delle quotazioni del momento. Contano di potere comprare i titoli a un prezzo ancora più basso poco prima di chiudere la vendita. In inglese si chiama short selling ed è ovviamente una strategia pericolosa: se il prezzo dell’azione sale, chi ha scommesso al ribasso deve procurarsi comunque i titoli. A qualsiasi prezzo. Quando grandi scommesse short vanno male la foga dei ribassisti in cerca di azioni da comprare può mandare le azioni fuori controllo.


In un mercato finanziario che da tempo è stato trasformato in videogioco, senza legami con la realtà, una generazione di giovanissimi micro operatori sta diventando un problema per gli «hedge fund»

Non c’è niente di nuovo nelle vendite allo scoperto e nemmeno negli ' short squeeze'. Nel 2009 il finanziere tedesco Adolf Merckle, tra i 100 uomini più ricchi del mondo, si uccise gettandosi sotto un treno dopo avere perso circa 400 milioni di euro in una disastrosa operazione allo scoperto sul titolo Volkswagen. Fino a qualche anno fa queste battaglie speculative erano riservate ai grandi investitori. Al massimo i piccoli trader riuscivano a guadagnarci entrando nella scia del fondo vincente. Adesso invece milioni di risparmiatori sono capaci di organizzarsi e sfidare i grandi fondi sul loro stesso terreno. L’arrivo di milioni di piccoli investitori sul mercato è un fatto recente. Nel 2019 le società di brokeraggio hanno iniziato ad azzerare le commissioni sul trading. La magia del 'prezzo zero' ha fatto arrivare sul mercato milioni di persone che non si erano mai interessate di finanza prima. App e piattaforme online come Robinhood, Trading 212, eToro o Plus500 permettono a chiunque di avventurarsi in operazioni complicate come il trading di derivati o le opzioni call e put.

È possibile investire anche pochissimo e comprare solo 'frazioni' di un’azione. L’esperienza di investimento su queste app è amichevole e divertente. Sembrano un videogioco. Ci stanno giocando milioni di persone, soprattutto giovani: gli utenti di Robinhood sono passati in tre anni da 2 a 13 milioni, secondo alcune stime i 'piccoli' fanno ormai metà dei volumi di Wall Street. Tanti piccoli investitori che si muovono assieme diventano un grande investitore capace di indirizzare il mercato.

Lo 'short squeeze' su GameStop è stato costruito nel forum WallStreetBets del social network Reddit: dalle chiacchiere tra centinaia di migliaia di piccoli trader è partita una strategia di investimento poi diventata 'virale'. A inizio gennaio l’azione GameStop valeva 17 dollari, mercoledì scorso ha toccato il nuovo record a 483 dollari. Chi ci aveva scommesso contro ha perso 5 miliardi di dollari nel giro di pochi giorni. Per qualche ora Robinhood e altre piattaforme di brokeraggio sono state costrette a sospendere gli acquisti perché i capitali di sicurezza erano troppo sotto pressione: i broker comprano e vendono le azioni per conto degli utenti, per questo devono avere il capitale di garanzia per assicurare che chi fa un acquisto abbia il capitale per completarlo.


La massa di denaro in circolazione non è mai stata così abbondante E c’è chi pensa che la bolla stia per scoppiare

GameStop è solo l’esempio più eclatante di che cosa può succedere con l’arrivo di milioni di piccoli trader sui mercati finanziari. La scorsa estate si era vista una cosa simile con la compagnia di autonoleggio Hertz. In questi stessi giorni sono in corso tentativi di ' short squeeze' su Amc e su BlackBerry. Più in generale tutto il mondo delle criptovalute vive della passione per il trading di questi piccoli investitori. E senza dubbio non c’è un’azienda che ha saputo cavalcare il nuovo umore dei mercati meglio di Tesla. La società dell’auto elettrica è molto 'cool' ma solo nel 2020 è riuscita a fare i primi utili, soprattutto grazie all'incasso di 1,4 miliardi di dollari dalla vendita di "crediti ambientali" a società concorrenti. Per questo è una delle aziende su cui a Wall Street ci sono più scommesse al ribasso. Elon Musk ha usato tutto il suo carisma, e centinaia di tweet, per arruolare milioni di piccoli trader nella battaglia ai fondi speculativi. Risultato: l’azione Tesla ha guadagnato più del 600% solo nell’ultimo anno, Musk è diventato l’uomo più ricco del mondo e i ribassisti ci hanno perso più o meno 40 miliardi di dollari.

Musk in questi giorni ha prima fatto un tweet per festeggiare e accelerare la corsa di GameStop, quindi ha scritto #bitcoin nel suo profilo Twitter contribuendo a riportare la criptovaluta verso i 40mila dollari. I piccoli trader possono sentirsi più sicuri se quest’uomo dal patrimonio di quasi 200 miliardi di dollari è dalla loro parte. Ovviamente sbagliano, perché non sono al sicuro per niente. «L’anno passato abbiamo visto i mercati finanziari diventare la voce per chi non ha voce. Abbiamo visto una nuova generazione di persone entrare nel mercato, conversazioni stimolanti su che cosa significa essere un investitori. I nostri clienti hanno mostrato che investire è per tutti – non solo investitori istituzionali ed hedge fund», ha scritto Robinhood nella nota in cui ha giustificato l’interruzione degli scambi. Ha terribilmente ragione e torto allo stesso tempo. Se una massa di trader dilettanti può guadagnare decine di migliaia di dollari pur non avendo nemmeno le basi dell’educazione finanziaria è perché i grandi investitori hanno voluto che i mercati diventassero casinò senza senso.

Le opzioni, i contratti per differenza o le vendite allo scoperto sono tutti strumenti tipici di strategie speculative che possono funzionare anche a prescindere dall’andamento operativo delle aziende su cui si gioca. Non importa se Game-Stop continua a perdere soldi e deve accelerare la chiusura dei negozi: il suo titolo può schizzare alle stelle comunque. Difatti sono scommesse, non investimenti. E per vincere una scommessa serve fortuna, non competenza. Le lobby finanziarie anche dopo la crisi scatenata da Lehman Brothers hanno fatto pressione, con successo, per ridurre il più possibile i limiti alle loro attività. Non sono stati i piccoli investitori a trasformare le Borse in un videogame, sono i mercati ad essere diventati un videogioco a cui adesso vogliono partecipare anche milioni di ragazzi.

Per adesso stanno vincendo loro. La massa di denaro in circolazione non è mai stata così abbondante, le Borse sono ai massimi storici nonostante l’economia mondiale sia a pezzi a causa della pandemia. In un ambiente così il trading sembra facile e divertente. Qualcuno però sente gli stessi scricchiolii dei tempi della bolla Dot.Com o dei subprime. È il rumore di quando lo scollamento tra finanza e realtà economica si allarga troppo. A volte un crollo è l’unico modo di riavvicinarle.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: