mercoledì 4 dicembre 2019
La società statunitense si scopre debole e in difficoltà. Dipendenze, obesità e suicidi a livelli preoccupanti
Le overdose sono quadruplicate tra il 1999 e il 2017, i decessi per malattia epatica e i suicidi aumentati di circa il 40%

Le overdose sono quadruplicate tra il 1999 e il 2017, i decessi per malattia epatica e i suicidi aumentati di circa il 40%

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Gli americani sono sempre più malati, vivono sempre meno e hanno sempre meno figli. Il quadro sconsolante emerge da due serie di dati e studi recenti: da tre anni a questa parte l’aspettativa di vita negli Stati Uniti non fa che diminuire, rivelano, mentre il tasso di fertilità scende senza sosta. La tendenza ad avere meno bambini, come è noto, è comune a molti Paesi post-capitalisti, ma gli Stati Uniti detengono il primato di essere l’unica nazione sviluppata dove un neonato oggi non può sperare di vivere quanto chi lo ha preceduto di qualche anno. A sorprendere è soprattutto la concomitanza dei due fenomeni. L’osservazione di decenni in tutto il mondo ha portato infatti i demografi a stabilire una correlazione inversa fra condizioni di vita e tasso riproduttivo. Vale a dire, di solito più le prospettive di vita di una popolazione sono rosee, meno bambini vengono al mondo.

Il fatto che bassa natalità e minore longevità si sovrappongano, e da abbastanza tempo da ridurre la popolazione americana in modo preoccupante (è l’immigrazione a impedire un reale calo del numero di americani), spinge a porsi una serie di interrogativi. È possibile che i fattori che nel resto del mondo fanno crollare le nascite senza impedire che si viva più a lungo abbiano un effetto opposto negli Stati Uniti? O che la riduzione delle nascite negli Usa sia provocata da cause diverse rispetto ad altri Paesi – cause che contribuiscono anche alla morte prematura degli americani?


La tendenza ad avere meno bambini è comune a molti Paesi postcapitalisti, ma gli Stati Uniti sono l’unica nazione sviluppata dove un neonato oggi non può sperare di vivere quanto chi lo ha preceduto



Nel 2017, l’ultimo anno nel quale i dati sono disponibili, l’aspettativa di vita negli Stati Uniti è scivolata a 78,6 anni, rispetto ai 78,9 del 2014. Nel vicino Canada la media si attesta sui 82,3 e in Italia ha toccato gli 82,8. Allo stesso tempo, il tasso di fertilità negli Stati Uniti è sceso per il quarto anno consecutivo, arrivando al minimo record di 1,73 nascite per donna. Sebbene il livello sia ancora ben più alto che in Italia, dove ogni donna ha in media 1,29 bimbi, per gli Stati Uniti si tratta di numeri insoliti. Nonostante l’assenza di un sistema di protezione e aiuto per le madri, le famiglie e la prima infanzia, infatti, gli Stati Uniti hanno mantenuto per decenni una natalità più elevata rispetto alle nazioni al loro livello economico. Dagli anni Settanta, in particolare, il numero di figli per donna è aumentato negli Usa in controtendenza rispetto agli altri Paesi ricchi, spingendo più di un sociologo a parlare dell’eccezione americana, vista come un segno dell’inesauribile ottimismo e intraprendenza yankee.

La realtà odierna della società americana mette in serio dubbio questa visione. I ricercatori della Virginia Commonwealth University, autori dello studio sull’aspettativa di vita, hanno identificato come primo colpevole del calo della longevità negli Usa un’impennata di quelle che chiamano 'morti della disperazione', come alcolismo, droga e suicidi. In secondo luogo, citano obesità, povertà e isolamento sociale. E non sono gli anziani a non avere fiducia nel futuro, quanto giovani e adulti. Le overdose tra gli americani dai 25 ai 64 anni sono infatti quadruplicate tra il 1999 e il 2017. Nello stesso periodo i decessi per malattia epatica alcolica sono aumentati del 40,6%, mentre i suicidi sono cresciuti del 38,3%. A essere colpiti non solo solo i meno abbienti, ma persone della classe media, con un lavoro e un tetto sulla testa, e di tutti i gruppi razziali. Secondo gli esperti, inoltre, non si tratta di una situazione momentanea, ma dell’effetto di fattori che si sono accumulati sul lungo termine. Vediamo ora le conseguenze sulla mortalità di decenni di stipendi stagnanti, crescente disuguaglianza e assenza di un vero sistema di welfare, oltre che dei problemi loro associati, come depressione e stress, e dei comportamenti che ne derivano, come fumo, dieta non equilibrata e mancanza di attività fisica », spiega Hans-Peter Kohler, docente di demografia all’University of Pennsylvania.

La stessa mancanza di fiducia nel futuro è citata nei sondaggi dai giovani americani fra le ragioni che li portano ad avere meno figli di quanti ne vorrebbero (le donne americane sostengono infatti di voler avere, in media, 2,3 figli – e si tratta dello scarto maggiore, fra desiderio e realtà, degli ultimi 40 anni). Una sfiducia materiale, che porta il 64% delle americane a dire che il costo degli asili nido e delle scuole è troppo elevato, ma non solo. «Una fertilità in declino, quando accompagnata dal desiderio di avere figli, rappresenta un profondo fallimento della so- cietà – continua Kohler –. Dimostra l’incapacità di rendere compatibile una famiglia con una carriera, di creare città dove crescere un bambino non sia un’impresa logisticamente ed economicamente sovrumana, di smussare le diseguaglianze ». Non a caso, il 54% delle donne Usa sostiene di non avere un figlio perché non ha 'abbastanza tempo' da dedicargli, o perché è preoccupata che la vita del piccolo sia troppo 'instabile'. È dunque lo stesso fallimento della società che spinge una fetta non trascurabile, e crescente, della popolazione americana a scegliere di mettere fine alla propria vita, o di rifugiarsi nella droga e nell’alcool o nella consumazione malsana di cibo?

È sicuramente possibile, anche se i demografi sono cauti. Alcuni concludono che negli Stati Uniti gli stessi problemi sistemici che rendono gli americani più malati e meno resilienti alle difficoltà, compresa la difficoltà di accesso e i costi proibitivi delle cure sanitarie, impediscono alle famiglie di mettere al mondo quanti figli desiderano. Altri sottolineano che uno dei colpevoli del calo della natalità nella società americana, in particolare nelle classi sociali più privilegiate, è l’eccesso di scelte, una moltitudine di opzioni di stili di vita, lavoro, viaggi, socializzazione, intrattenimento e sport che competono con la scelta definitiva dell’essere genitori. Mentre, al contrario, le 'morti della disperazione' riflettono una mancanza di scelte, la sensazione di trovarsi in un vicolo cieco, senza vie d’uscita.

In attesa che un numero maggiore di studi faccia luce sulla convergenza letale di fattori che erode la vita americana ai suoi due estremi, è innegabile che sempre più americani sono schiacciati da una pressione oppressiva, di tipo economico e sociale, e vivono in uno stato di fragilità e incertezza che in molti casi rende impensabile avere un figlio. E che in altri, può arrivare ad ucciderli.

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