sabato 24 ottobre 2015
COMMENTA E CONDIVIDI
Chiarezza, comunicazione e collaborazione. Tre parole, quasi una ricetta, per affrontare un tema difficile, quello dei funerali di un personaggio legato alle mafie. Ieri questa ricetta ha funzionato perfettamente in occasione dei funerali di Nicola Zagaria, l’anziano padre di Michele Zagaria, uno dei grandi capi del clan camorrista dei 'casalesi' in carcere al 41 bis dopo 16 anni di latitanza. Anche Nicola aveva trascorsi burrascosi e recentemente era stato arrestato per alcune inchieste insieme al figlio. E in carcere sono altri due figli e due figlie. Insomma una vera famiglia camorrista.  Così alla notizia della morte due giorni fa, morte naturale a 88 anni, sono scattate le misure preventive. Come ormai sempre accade in questa terra così difficile, terra di 'gomorra' che prova sempre più ad essere 'terra di don Peppe Diana'. E anche in tante altre terre di mafia. Misure per impedire che i funerali possano diventare un palcoscenico per dimostrare la propria forza, per creare consenso. I funerali a Roma di Vittorio Casamonica ne sono stati uno spiacevole esempio.  Ben diverso quanto ieri accaduto tra Castel Volturno (attuale residenza degli Zagaria) e Casapesenna (il loro 'regno'). In primo luogo la chiarezza. Chiarezza dei ruoli, quello del questore che ha vietato corteo e funerali pubblici, fissandone l’ora alle 7 del mattino. Chiarezza del parroco, che dopo aver sentito la diocesi, ha seguito l’indicazione del questore senza negare il momento di preghiera. Non è una novità, visto che le Chiese del Mezzogiorno hanno più volte indicato, anche in documenti ufficiali, che anche ai mafiosi non si nega una preghiera ma confermando il 'no' chiaro a esequie pubbliche e, in particolare, con ostentazione di sfarzo e potere.  C’è stata dunque comunicazione e collaborazione tra Istituzioni e Chiesa, proprio quelle che sono gravemente mancate a Roma nello scorso mese di agosto. Una carenza che alla fine aveva lasciato tutto sulle spalle del parroco di Don Bosco. In Campania, così come più volte in Calabria e Sicilia, tutto ha funzionato perfettamente, senza clamori, senza palcoscenici, senza elicotteri e petali di rosa. E gli Zagaria sono ben altra cosa rispetto ai Casamonica. Ma se la 'squadra del bene' collabora davvero, con chiarezza, la storia può cambiare. Lo insegnano proprio le terre più a rischio.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: