Lullo e il sogno di un laico miracolo: il dialogo tra catalani e castigliani
martedì 21 gennaio 2020

Caro direttore, venerdì scorso, 17 gennaio, è riuscito a sorprendermi piacevolmente con le pagine delle Idee di 'Avvenire' ospitando una lettera dell’onorevole Oriol Junqueras, europarlamentare catalano che non può esercitare il suo mandato perché trattenuto in galera, con condanna a 13 anni da parte del sistema giudiziario spagnolo. Il suo giornale ha dimostrato un livello di coraggio e laicità quale è difficile trovare in altri quotidiani. Non voglio entrare nel merito di quello che Junqueras le ha scritto. Anche in quel testo ci sono valutazioni che non condivido, ma oggi Junqueras – assurdamente incarcerato da due anni – è il 'mio' europarlamentare. Quello che più di ogni altro sento mi rappresenti moralmente e civilmente. Perché l’arresto senza il consenso dell’organo di cui si fa parte, il Parlamento europeo, a garanzia contro ogni tentazione poliziesca o dittatoriale, è la base stessa della democrazia. Sono nato nella tragedia della guerra civile spagnola e ho parenti in tutte le regioni spagnole e anche in Catalogna ho parenti che si dividono sul tema dell’indipendenza e sulle modalità della sua applicabilità. Quindi, sento nella mia carne questa lacerazione che ha radici così profonde e così antiche. Da anni mi occupo di Raimondo Lullo, un catalano che mi ha aiutato ad alzare lo sguardo sopra i limiti della contingenza. Nel secolo delle crociate, quest’uomo ha saputo preferire la parola alla spada nella contrapposizione con il mondo musulmano. Lullo ha saputo dialogare con l’altra sponda del Mediterraneo come non riusciamo a fare oggi noi, che di questo mare abbiamo fatto un cimitero orrendo. Mi piacerebbe far arrivare a Junqueras questo mio messaggio per il tramite, caro Tarquinio, del giornale che dirige. Se è così difficile dialogare tra castigliani e catalani, proviamo a guardare a questo catalano che ha dato dignità letteraria alla lingua catalana nello stesso secolo in cui Dante forgiava la nostra lingua nazionale. Un uomo che è stato un appassionato testimone della cultura del suo tempo, ma ha con coraggio disegnato i confini di una Europa mediterranea che ancora noi oggi non riusciamo neppure a immaginare. La Chiesa ha in corso un processo per fare Raimondo Lullo Santo e Dottore della Chiesa. Credo che gli si riconosca questa passione di comunicatore laico, capace di far dialogare ebrei, islamici e cristiani senza usare le differenze che ci sono tra queste tre culture, per scatenare competizioni o conflitti. Tutte e tre queste religioni vengono da Abramo. La loro nobiltà è nell’accettare le differenze. Che Lullo possa compiere il miracolo di far dialogare anche catalani e castigliani?

Alessandro Tessari


Che cosa posso aggiungere, caro professor Tessari? Volesse il cielo che in questo nostro tempo tormentato e difficile il dialogo di buona volontà e di pace tra castigliani e catalani fosse il miracolo, quello buono per la canonizzazione anche innovando rispetto alle rigorosissime regole della Chiesa cattolica, del beato Raimondo Lullo, uomo cristiano e mallorquino, testimone del Vangelo e dell’incontro, cittadino del Mediterraneo. Un filosofo come lei, che ha insegnato e seminato in mezza Europa, e che per diversi anni è stato anche parlamentare della nostra Repubblica, sa bene che un 'dialogo impossibile' eppure realizzato di questa importanza sarebbe una lezione potente e indimenticabile per tutti noi. Buona anche per l’impoverita e incarognita politica italiana. Darebbe coraggio alle persone giuste che militano in ogni schieramento e nutrono legittimamente e civilmente diversi orientamenti. Mi azzardo, con tenacia, a sperare con lei.


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