Ecco l'impatto che ci serve
venerdì 2 luglio 2021

Vent’anni fa alcuni imprenditori pionieri assieme a esponenti dell’economia civile hanno lanciato in Italia la rivoluzione del 'voto col portafoglio' nel consumo e nel risparmio responsabile. E questo perché come accademici e docenti non ci siamo accontentati di formulare nelle nostre stanze e aule di università il principio e la teoria: il mercato siamo noi, e se tutti votiamo col portafoglio premiando le imprese all’avanguardia nel coniugare valore economico, dignità del lavoro e sostenibilità ambientale, il mondo cambia. Abbiamo così cominciato ad accompagnare i semi di speranza e coloro che lavoravano sul campo. È stato ed è un percorso generativo, perché dal cammino del pioniere Etica sgr, il primo fondo etico italiano, oggi il voto col portafoglio in finanza sta diventando uno stile condiviso e saldo e il 77% degli investitori globali ha dichiarato che utilizzerà criteri di responsabilità sociale e ambientale per selezionare i titoli in portafoglio, tanto che l’Unione Europea è dovuta intervenire con il regolamento 2088 del 2019 sulla comunicazione in materia di sostenibilità per evitare i fenomeni di false comunicazioni in materia (i cosiddetti green washing e social washing). Il voto col portafoglio continua a crescere anche nei consumi dove con lo sviluppo di piattaforme online e di una nuova generazione di prodotti co-progettati da consumatori e produttori nella logica della sostenibilità sta superando i limiti tradizionali di prezzo e accessibilità. L’esempio della Marca del Consumatore, progetto nato in Francia e in arrivo in molti altri Paesi, Italia compresa, è un esempio rilevante in tal senso. Se questo cambiamento è ormai maturo, oggi ne vediamo nitidamente avanzare anche un secondo, quello della rivoluzione dell’impatto e della generatività.

Dai risultati preliminari di un’analisi econometrica su circa 300mila osservazioni di cittadini europei si evidenzia che la generatività (intesa come combinazione di creatività e cura e intervento per il benessere altrui) è una delle determinanti più importanti della soddisfazione e della ricchezza di senso di vita. E questo aiuta a comprendere perché è nata e sta crescendo una nuova generazione di cittadini, consumatori, risparmiatori e imprenditori 'più ambiziosi' che vogliono coniugare profitto (o utilità del consumo e del risparmio) con impatto e generatività delle loro scelte. La finanza generativa sta esplodendo con la crescita esponenziale delle emissioni di bond verdi e bond sociali che si pongono l’obiettivo di finanziare progetti ad alto impatto in queste due dimensioni.

In parallelo, si annuncia una rivoluzione contabile che accompagnerà quella imprenditoriale.
Da un mondo in cui esisteva solo il bilancio dei profitti e delle perdite e lo stato patrimoniale siamo passati rapidamente a un sistema duale, dove la rendicontazione non finanziaria (obbligatoria per le grandi imprese) sarà sempre più dettagliata e stringente. Al contempo vediamo già all’orizzonte la rivoluzione dei conti economici pesati per l’impatto, un approccio che supererà il sistema duale e integrerà le due dimensioni.

Le istituzioni democratiche hanno tutto da guadagnare da questo sviluppo. Avere aziende che fanno profitto 'non importa - come' generando effetti esterni sociali e ambientali negativi abbassa il gradimento della politica e richiede la necessità di interventi pubblici correttivi costosi. Vivere, al contrario, in un mondo di aziende che competono per realizzare impatti positivi sui territori significa 'incassare' anche dividendi di credibilità politica e poter risparmiare in termini di finanza pubblica per interventi sia positivi sia correttivi.Per favorire questa seconda rivoluzione le istituzioni devono diventare levatrici delle energie generative della società civile e delle imprese, vigilando su abusi e false informazioni e validando le metriche e gli indicatori più efficaci per misurare realmente la generatività e l’impatto sui territori delle imprese. E devono applicare quelle metriche per realizzare politiche agevolative e per votare esse stesse col portafoglio negli appalti pubblici, che rappresentano quasi il 20% della domanda di mercato. Il tempo è superiore allo spazio, ci ricorda papa Francesco, sottolineando che il principio cardine della generatività non è occupare spazi di potere tanto per occuparli, ma mettere in moto processi che cambiano progressivamente le cose. Il seme del voto col portafoglio e della finanza responsabile lanciato molti anni fa sta producendo frutti importanti. Si tratta di alberi che vanno sempre curati e potati. E il seme della «generatività» e dell’«impatto» appena lanciato lascia intravedere nuovi sviluppi che vanno preparati e coltivati oggi per produrre nuovo progresso civile verso il bene comune.

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