martedì 8 marzo 2011
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Caro direttore,l’europarlamentare leghista Mario Borghezio, con la sua consueta grazia, ha attaccato la Caritas, impegnata nel dare soccorso ai profughi da Libia e Tunisia. Ha chiesto "pulizia e trasparenza" sull’utilizzo dei fondi. Bene ha fatto, su Avvenire del 5 marzo, il giornalista Paolo Lambruschi a fargli due conti in tasca: ne risulta che, mentre il 90% del bilancio della Caritas va ai poveri, l’onorevole Borghezio "costa" al contribuente italiano 1,8 milioni di euro per 5 anni di legislatura. Se moltiplichiamo questa ragguardevole cifra per il numero totale dei parlamentari ed europarlamentari italiani, ovvero oltre mille eletti (630 deputati, 315 senatori, 72 eurodeputati che diventeranno 73), si può calcolare – a spanne – la cifra di un miliardo e 830 milioni di euro. Invece di fare i conti in tasca alla Caritas, chiedo all’onorevole Borghezio e a tutti i parlamentari ed europarlamentari italiani di fare un bel gesto di solidarietà e di versare alla Caritas una parte significativa del loro lauto stipendio, che in Europa è stato da poco aumentato di ben 1.500 euro al mese!

Luca Salvi, Verona

Il trattamento economico dei parlamentari italiani ed europei non è equivalente. E dunque il suo calcolo, caro dottor Salvi, è puramente indicativo. Ma trovo altamente indicativo, in un altro senso, anche il suo ragionamento e la logica comparativa che lo governa a tutto discapito dei membri delle nostre assemblee elettive. Io ho un grande rispetto per il loro ruolo e i loro doveri e vorrei che anche questi nostri eletti – ognuno dei quali, secondo Costituzione repubblicana «rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato» – avessero sempre per il proprio ruolo e i propri doveri lo stesso grande rispetto. Penso perciò che, prima di aprire bocca drammaticamente a sproposito, onorevoli come Borghezio dovrebbero fare almeno lo sforzo di provare a pensare a quel che dicono. Anche perché certi discorsi demagogici pagano sempre meno e sempre più spesso diventano, invece, dei boomerang. Soprattutto in tempi di crisi come l’attuale, quando la nostra gente sperimenta una volta di più e con maggiore intensità quale circuito positivo di fraternità e di solidarietà la Chiesa italiana sappia attivare e mettere al servizio di tutti coloro che sono in difficoltà, italiani e no. La gente ha, infatti, occhi per vedere e cuore e testa per giudicare. E tantissimi sanno perfettamente come la Caritas, questo generoso braccio operativo della Conferenza episcopale italiana, sia assolutamente trasparente e meriti solo gratitudine e piena ammirazione. Del resto, già altri – dalla stessa sponda di Borghezio e da altre sponde politiche, anche opposte – hanno l’abitudine di lanciare a cadenze regolari attacchi scriteriati e infondati alle strutture di solidarietà della Chiesa e alle sue attività al servizio delle comunità e dei singoli. A tutti costoro non gliene è venuto un gran bene, anzi... Come sta scritto, la carità «non tiene conto del male ricevuto» e «tutto sopporta», ma al tempo stesso «si compiace della verità» che, come si sa, alla fine fa giustizia di chi mistifica e mente. Per questo, caro amico, a noi di Avvenire piace dare una mano perché la verità stia bene a galla.
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