giovedì 1 febbraio 2024
Arriva dal carcere la testimonianza dell'oppositore che chiede «un gesto di libertà» in occasione del voto in Russia: «Smascheriamo il male per liberarcene»
Vladimir Kara-Murza, condannato in Russia a 25 anni per tradimento

Vladimir Kara-Murza, condannato in Russia a 25 anni per tradimento - Ansa

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Alla fine dell’anno scorso è iniziata in Russia la corsa elettorale: tra poco più di un mese il Paese “sceglierà” il suo presidente. Il vincitore è noto a tutti. Come agire in queste condizioni, quando apparentemente ci sarebbe una possibilità di cambiamento ma in realtà non esiste alcuna chance? È l’interrogativo principale dell’intera campagna. E allora cosa dovrebbe fare un elettore? Cosa aspettarsi? Quale potrebbe essere considerato un successo? Quella che segue è la risposta del giornalista, storico e prigioniero politico Vladimir Kara-Murza condannato a 25 anni per tradimento, pubblicata sotto forma di lettera da “Novaya Gazeta”, il giornale che opera dall’interno del Paese continuando a offrire ai suoi lettori-soci informazione indipendente tramite il canale YouTube ed email. (R.C.K.)


Molti anni fa ho visitato il Museo del Nazionalsocialismo a Colonia, che si trova in un ex edificio della Gestapo. Hanno un'esposizione ampia e molto forte. Una cosa nella mostra mi ha particolarmente colpito. Si trattava della scheda elettorale di uno dei tanti “plebisciti” degli anni '30 di fiducia per il Fuhrer, nella quale qualcuno aveva accuratamente messo una crocetta nella colonna “Nein”. L’ho guardata e ho pensato che quest’uomo, ovviamente, non ha fermato i crimini che i dittatori tanto amano commettere per conto di “tutto il popolo”, ma almeno ha detto loro il suo personale e consapevole “no”. E questo è già un gesto civile.

Non ci sono vere elezioni nel nostro Paese da molti anni – l’ultima volta che si è svolto qualcosa di simile a una competizione elettorale è stato negli anni 1999-2000 (non è la mia opinione, sono le conclusioni degli osservatori dell'Osce). Tutto ciò che è seguito è stato solo la preparazione per la “legittimazione” formale del regime con vari gradi di validazione esterna. Ora, però, a nessuno interessa più l’affidabilità esterna. Ma a marzo i cittadini del nostro Paese avranno comunque l’opportunità – particolarmente importante date le condizioni – [...] di esprimere la loro posizione, come fece quell’abitante di Colonia negli anni ’30. Anche secondo i sondaggi deliberatamente distorti del VTsIOM, gestito dallo Stato, ci sono decine di milioni di oppositori in Russia [...]. Pochi, nelle condizioni di dittatura e repressione, sono pronti a parlare pubblicamente o a scendere in piazza, ma tutti possono prendere la propria scheda elettorale, cancellare tutti i candidati Z e scrivervi sopra “No” [...]. E anche questo sarà un atto civile (quando ho scritto la lettera non era ancora nota la lista definitiva dei candidati, ma dubito fortemente che sarà ammessa almeno una persona con posizioni pacifiste).

È proprio ed esclusivamente in questa forma – come forma di manifestazione di massa contro la guerra – che considero le imminenti “elezioni”. Quante più schede di questo tipo si troveranno nelle urne (vengono conteggiate separatamente nella colonna “non valide”) più evidente a tutti sarà la menzogna della propaganda ufficiale sul “sostegno nazionale” [...].

Le elezioni reali, senza virgolette, nel nostro Paese, penso, si svolgeranno nel prossimo futuro. Le cosiddette “piccole guerre vittoriose” sono sempre diventate l’impulso per gravi cambiamenti politici interni in Russia – la Crimea, quella russo-giapponese e l’Afghanistan. Come storico, non vedo il motivo per cui questa volta dovrebbe andare diversamente. Ultimamente nella nostra società si discute molto degli errori degli anni ’90 e sulle ragioni del fallimento dell'esperimento democratico. A mio avviso, l’errore più importante, che ha predeterminato tutto ciò che sta accadendo oggi, è il rifiuto di giudicare e condannare pienamente i crimini del periodo sovietico. Dopo il crollo del regime sovietico, era di vitale importanza aprire gli archivi, condannare i crimini del Pcus e del Kgb a livello statale, assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso questi crimini e, attraverso la Lustration law, difendere la giovane democrazia dalla possibilità di rivalsa da parte degli attuatori delle precedenti politiche repressive.

Molti Paesi post-totalitari – la Germania dopo il nazismo, il Sudafrica dopo l’apartheid, gli Stati latinoamericani dopo le dittature militari – hanno attraversato questo percorso di presa di coscienza nazionale e di moralizzazione della società in una forma o nell’altra. I Paesi dell’Europa centrale e orientale hanno fatto lo stesso dopo la caduta del comunismo. In Russia questo è stato poi proposto dai leader più lungimiranti del movimento democratico: Vladimir Bukovsky e Galina Starovoitova. Ma l’inerzia dell’apparato burocratico e l’opposizione delle parti interessate nel governo e nelle forze di sicurezza si sono rivelate più forti. «Perché fomentare il passato, non c'è bisogno di una caccia alle streghe», spiegarono gli allora funzionari nelle conversazioni con Bukovsky. «Allora le streghe torneranno e inizieranno a darti la caccia», rispose. E, ovviamente, si è scoperto che aveva ragione. Se il male non viene compreso, condannato e punito, certamente tornerà. Questo è esattamente ciò che abbiamo visto in Russia dopo il 2000. Dobbiamo tenere conto dell’amara esperienza degli anni ’90 e non ripetere in nessun caso questo errore la prossima volta che si presenterà una finestra di opportunità per un cambiamento politico nel nostro Paese.

P.S. Amici, con tutto il cuore vi auguro buon anno nuovo! (la lettera è stata inviata nel dicembre 2023, ndt). Auguro a tutti noi e al nostro Paese pace, amore e cambiamento nel 2024. Naturalmente, in ordine inverso, perché sarà esattamente così. Qualcuno dirà che questo è un desiderio irrealizzabile, ma in Russia i cambiamenti iniziano proprio quando meno te li aspetti. Fidatevi dello storico. Ultimamente ricordo spesso le nostre conversazioni con Boris Nemtsov. Raramente ha sbagliato in previsioni e valutazioni: non sorprende che i suoi video e le sue interviste siano ancora oggi popolari. Diceva sempre: i seri cambiamenti politici in Russia inizieranno a metà degli anni ’20. Pertanto: pace, libertà e cambiamento. E che presto arrivi l’alba! E arriverà certamente. Calorosi saluti siberiani.
IK-6, Omsk, dicembre 2023

(Lunedì 29 gennaio si è saputo che Vladimir Kara-Murza era stato trasferito da questa colonia in un luogo ancora sconosciuto)

Traduzione di Raffaella Chiodo Karpinsky



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