Le parole e i gesti del Papa occasioni preziose di nuova evangelizzazione
martedì 26 novembre 2019

Caro direttore,
è domenica 24 novembre e le scrivo mentre sto seguendo su RaiUno la visita di papa Francesco a Hiroshima e Nagasaki. A causa del clima inclemente, ho deciso di partecipare alla Messa prefestiva di ieri sera. Altrimenti, sarei andato stamattina, e avrei “perso” la possibilità di seguire in presa diretta questo evento estremamente importante. Ho pensato a chi oggi è in chiesa per la Messa, di cui – sia chiaro – so bene il significato... E mi sono detto: ma se in ogni chiesa, fosse presente un maxischermo, in queste occasioni non sarebbe un gran bene? Una visita del Papa ai luoghi come queste città giapponesi, vittime di tremende tragedie e al memoriale della pace sarebbe una grande opera di evangelizzazione. Di nuova evangelizzazione. Meglio di una qualsiasi, anche eccelsa, omelia. Basterebbe programmare per tempo, e tutto sarebbe possibile. Lo consideri il sogno di un ultraottantenne.

Ettore Perazzo

Ho letto con piacere la sua schietta lettera, caro amico. Che però mi induce a ripetere ancora una volta che noi siamo quelli dell’«et et», non dell’«aut aut». Accanto a una buona omelia, meglio se «eccelsa», che accompagni e spieghi la Parola di Dio, è certamente possibile inserire, al termine della Messa, la parola e i gesti del Papa in momenti speciali e forti (fuso orario e differite televisive permettendo...). L’importante, come lei dice, è «programmare per tempo» per realizzare anche così – camminando pure in questo modo con il Successore di Pietro – «una grande opera di nuova evangelizzazione». Ma non rivelo di certo un segreto se le dico che in parrocchia c’è chi già lo fa. Oppure consiglia ai parrocchiani di accendere la tv di ritorno dalla Messa...

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