giovedì 28 giugno 2012
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Caro direttore,
ho sempre trovato incomprensibile la subalternità di alcuni cattolici nei confronti della vulgata laico-illuminista che da qualche secolo dipinge il Medioevo cristiano come un periodo oscuro e superstizioso. Per questo ho avuto un moto di sconforto quando ho letto il titoletto a commento del servizio sui debitori "schiavizzati" in Pakistan: "Il Medioevo del Duemila" (Avvenire del 23 giugno, pagina 17 ). Ma come! Se c’è stato un periodo storico in cui nell’Europa il fenomeno della schiavitù è scomparso è proprio quello della "cristianità" medievale!
Solo a partire dal Rinascimento, con la colonizzazione delle terre lontane, la tratta di schiavi in Europa è stata nuovamente accettata dalla cultura dominante, al punto che il 'tollerante' Voltaire possedeva le azioni di una società impegnata nel lucroso business. Dal punto di vista storico sarebbe stato più appropriato scrivere 'L’Illuminismo del Duemila'! Ormai è risaputo che sul Medioevo è stata costruita ad arte una leggenda nera in funzione anticristiana, che ancora oggi mette alla prova la fede di molti. Avvenire non può permettersi di contribuire a essa. Nemmeno con un titoletto sbagliato.
Benedetto Rocchi, San Polo in Chianti (Fi)
 
Amo il Medioevo e le sue straordinarie luci di fede e di cultura e anch’io sopporto poco e male certa ostinata vulgata che lo vuole coacervo di "secoli bui". Dunque, caro signor Rocchi, capisco la ramanzina che con passione e garbo ci riserva. Ma non mi scandalizzo più di tanto per il "marcapagina" pensato dai miei colleghi per la nostra inchiesta di sabato scorso sui nuovi schiavi in Pakistan. So bene, infatti, che ancora oggi siamo indotti a pensare che l’Europa sia stata e sia l’ombelico del Mondo, ma ho capito presto che mai questo nostro Continente è stato il Mondo intero e che il tempo, la storia, i costumi e la fede mai sono stati (e sono) "fatti" solo europei. E penso che oggi più di ieri – mentre persino in stesse porzioni del pianeta viviamo, in apparente sincronia, ere storiche oggettivamente diverse, modernissime e arcaiche – dovremmo riuscire a esserne consapevoli.
Stando perciò al punto da lei sollevato, bisogna allora ammettere che la schiavitù prosperò, eccome, nel Medioevo. Perché fu gradatamente e inesorabilmente sconfitta nell’Europa a prevalenza cristiana, ma continuò a esistere e addirittura si ampliò in altre terre vicine alle nostre, in particolare nei Paesi a prevalenza islamica. Grazie anche alla partecipazione alla tratta di esseri umani (incresciosa, cinica e ben remunerata) di mercanti e Paesi del Vecchio Continente... E potrei elencare altre contraddizioni. Ma, ripeto, comprendo lo spirito con il quale mi ha scritto e perciò mi fermo qui. Anche in questo nostro tempo, del resto, in Asia, in Africa e anche altrove, tante persone, e tra loro tanti cristiani, sono purtroppo vittime designate degli schiavisti, e magari altri cristiani distolgono lo sguardo e non trovano parole e gesti di denuncia, di giustizia e di solidarietà.
Eppure secoli di civiltà, sin dal "nostro" Medioevo, ce lo imporrebbero. Altro che subalternità, caro amico, questa è tragica insignificanza.
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