Milano, la sicurezza che genera paura
mercoledì 16 novembre 2016

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha chiesto che un centinaio di soldati impiegati a Roma per garantire la sicurezza durante il Giubileo siano ora spostati nel capoluogo lombardo. Una scelta condivisibile per aumentare la sicurezza dei milanesi: sia quella reale sia quella percepita dai cittadini. Due dati che spesso non collimano, come ha ricordato ieri anche il questore Antonio De Iesu.

I numeri dei reati, infatti, sono in costante calo da anni. E negli ultimi tempi, il segno meno riguarda anche quelli che spaventano maggiormente le persone, come scippi, rapine, violenze. La richiesta di donne e uomini in tuta mimetica può quindi venire incontro alle ansie dei cittadini, che non vanno sottovalutate, ma non deve fare dimenticare che Milano non è una città assediata dalla criminalità, in particolare quella extracomunitaria.

I problemi ci sono e nessuno intende negarli, dipingere zone della città come 'in ostaggio della malavita', però, non solo è falso ma rischia di diventare una di quelle profezie che si auto-avverano, per le quali la gente onesta e laboriosa abbandona determinati quartieri lasciandoli poi al degrado e al dominio di elementi esterni.

Abitare a Milano non è di sicuro vivere nel migliore dei mondi possibili. La città è però una delle più ricche a livello europeo e di conseguenza attira ogni genere di persone, comprese quelle maleintenzionate. E spesso, a pagare le conseguenze delle loro azioni, sono i più deboli: gli anziani, le donne, quanti vivono in periferia. Non vi sono però bande di predoni liberi di scorazzare né forze dell’ordine impotenti. Proprio ieri i carabinieri hanno sgomberato un boschetto, nel quartiere periferico di Rogoredo, e arrestato gli spacciatori che infestavano la zona. E la polizia è sulle tracce dei sudamericani che hanno ucciso un connazionale in piazzale Loreto in mezzo allo shopping del sabato.

La risposta delle forze dell’ordine c’è, Annibale non è alle porte. E c’è soprattutto l’incessante lavoro di cucitura del tessuto sociale di centinaia di gruppi di volontariato che, con le istituzioni, cercano di offrire soluzioni intelligenti ai problemi che ogni giorno si presentano, soprattutto in periferia. L’errore più grande – gridando al bisogno di sicurezza – sarebbe quello di finire ostaggi della paura. E questa volta per davvero.

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