La riforma sanitaria sia comunità e salute
mercoledì 30 dicembre 2020

Caro direttore,

è ormai urgente una riforma sanitaria in grado di far fronte alle inefficienze del sistema che si sono evidenziate con particolare forza a causa della pandemia e che già colpivano le categorie più fragili: anziani, persone con disabilità fisica o mentale. Ma una vera riforma ha bisogno di una sorta di rivoluzione culturale, che cambi la coscienza collettiva e i paradigmi di riferimento, conducendoci da una sanità intesa come cura delle malattie e spesso identificata solo con l’ospedale, alla salute, cioè la condizione complessiva della persona a partire dai cosiddetti 'determinanti sociali', i quali definiscono il reale stato di benessere di ognuno. Questo cambiamento di prospettiva deve tradursi in una riorganizzazione del sistema sociosanitario che vada oltre la logica delle prestazioni e del mercato.

Ripartiamo dal contrasto alle diseguaglianze e dal principio della salute per tutti, sancito come diritto fondamentale dalla Costituzione. Riorganizzare il sistema non è limitarsi a enunciati ideologici, ma è proporre innovazione e sperimentazione. La Casa della carità è tra i promotori dell’associazione 'Prima la comunità', una realtà che ormai raggruppa più di cento enti di tutto il territorio nazionale, che sta lavorando a nuovi modelli di cura, anche in collaborazione, per le fasi di monitoraggio e valutazione, con istituti di ricerca e università come Sant’Anna di Pisa e Bocconi. Si tratta di pratiche già esistenti e di altre che vanno introdotte come, ad esempio, le Case della comunità. Si tratta di luoghi di prossimità e prevenzione nei quali sperimentare figure professionali come l’infermiere di comunità, o nuovi strumenti come il budget di salute. Sono spazi dove creare alleanze tra tutti i soggetti territoriali: dall’ente locale a quello del Terzo settore, dal sistema educativo a quello economico, al fine di mettere al centro la persona e lavorare al suo benessere globale, lasciando all’ospedale il ruolo di presa in carico delle acuzie.

Le Case della comunità sono strutture da inventare, anche dal punto di vista architettonico e degli investimenti in termini formativi e di capacità gestionali. Possono essere realizzati utilizzando magari le risorse del Recovery Fund o del Mes, qualora fosse disponibile. Tra l’altro è un modello già previsto e finanziato dall’articolo 1, comma 4bis della legge 77 del luglio 2020, ma purtroppo finora tutto è fermo.

Oggi, mercoledì 30 dicembre, alle 17, ci ritroveremo, in un incontro pubblico su piazza virtuale, per augurare 'Salute al nuovo anno' (sarà possibile partecipare attraverso il canale YouTube di Prima la comunità e sulla pagina Facebook di 'Comunità Progetto Sud': https://www.facebook.com/cpslamezia).

Una trentina di personalità di vari mondi interverranno sulle 'piattafocomunità' per ribadire la necessità di una riforma sanitaria accompagnata da un autentico cambiamento culturale. Chiediamo in particolare maggiori investimenti nell’ambito della salute rispetto a quanto previsto dalla bozza di Pnrr presentata dal Governo: 9 miliardi, infatti, sono scandalosamente insufficienti.

Presidente Fondazione Casa della carità 'Angelo Abriani', Milano

ùe Associazione 'Prima la comunità'

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