La paranoia di uno il cinismo di molti
domenica 10 dicembre 2017

Ha comprato il veleno per topi nella mia città, non lontano da casa mia, lo ha messo nelle bevande di nonno, nonna e zia, e li ha ammazzati. Parlo del ragazzone di 27 anni, palestrato, nerboruto, noto come l’avvelenatore del tallio. Quando succedono queste cose, le commentiamo a caldo, perché radio, tv e giornali ci chiamano, e diciamo quel che comprendiamo in quel momento. Ma un giorno dopo, due giorni dopo, ne sappiamo di più, e facciamo qualche passo in più verso la verità. E le nostre idee cambiano.

La strage col tallio ha ormai qualche settimana, la scoperta del colpevole ha qualche giorno, e in questo frattempo abbiamo appreso qualcosa di rivelativo, dalle confessioni del ragazzo e dei suoi parenti. E cioè: l’importanza del computer nella costruzione del mondoa- parte, nel quale il ragazzo s’era rifugiato per scappare fuori dalla vita vissuta. Viveva in un sistema collaterale. Sistema collaterale con termine greco si dice para-noia. Non aveva amici, non fidanzata, non studi, non interessi. Non lavoro. Niente. La perdita del lavoro gli aveva svuotato il mondo. Aveva solo il computer. Il computer era tutto. Questa strage rivela l’alienazione che s’ingenera nei ragazzi nell’epoca del computer. Una volta dicevamo che dalle scuole superiori i ragazzi vivono in un altro mondo, ma adesso possiamo dire che cominciano dalle scuole inferiori, perché adesso hanno telefonini che sono computer. Con potenza, giga, memoria, velocità. Quando esplose il fenomeno dell’iPhone i dirigenti della Nokia si riunirono per valutare la minaccia sul loro mercato, e conclusero: 'Tranquilli, è soltanto un computer che manda telefonate'.

Che errore! Sono morti, o feriti a morte, per quell’errore. Questo ragazzone pluriomicida ha 27 anni, è nel massimo della vita e della vitalità. Eppure viveva fuori della vita. Guardando nella sua biografia, si può dedurre che la fuoriuscita dalla vita sia coincisa con l’espulsione dal lavoro. Da quel momento (sto cercando di capire, ma gli elementi non sono molti) s’è rifugiato nel suo mondo interiore e ha odiato il mondo esteriore, e in primo luogo i parenti più stretti.

Che erano quelli che veramente lo amavano. Che cosa c’è di meno odiabile di un nonno ultranovantenne? Il nonno ultranovantenne è sempre perdonanza e mai rimprovero: è una fortuna avere un nonno vecchissimo, è la relazione più dolce della vita. Questo ragazzotto di 27 anni ha pianificato lo sterminio del nonno, di 94 anni, della nonna, di 91, della zia, di 67 anni, ha fatto tabula rasa intorno a sé delle relazioni affettuose.

Se ha avuto giuoco facile, facilissimo, è colpa nostra. Se avesse comprato una pistola, senza mostrar documenti, l’armeria sarebbe sotto inchiesta. Invece ha comprato il veleno, e tutto è filato liscio. Ha contattato il negozio via email, il negozio ha risposto per la stessa via, ha concordato il prezzo, 248 euro per sei flaconi di veleno, le email le firmava con falso nome, nessuno ci ha badato, s’è presentato a ritirare il veleno sempre con quel falso nome, ha pagato in contanti e nessuno gli ha chiesto un documento. Per fare tre vittime ha impiegato un solo flacone, il che vuol dire 41,3 euro. Fanno 13,7 euro a testa. È un super-killer superrisparmioso. Sto dicendo: uccidere è facile e col veleno è economico.

C’è una certa protezione della vita dalle armi da fuoco, ma evidentemente non dai veleni. Questo ragazzo non aveva con i parenti un rapporto di odio e di amore, ma di disprezzo: nel suo sistema morale li giudicava 'impuri', il che vuol dire indegni di vivere, e nella tecnica omicida ha usato il veleno per topi, considerati da tanti sub-animali, oggetto universale di disprezzo e di ribrezzo. Il tallio aveva avuto un certo, tiepido controllo al tempo in cui serviva per tagliare la droga. Oggi è, come s’è visto, in libera vendita. Qui l’ha comprato un ragazzo delirante, e l’hanno servito commessi di negozio.

È stato facile. Troppo. Quelli che sono morti e quelli che si sono salvati per puro caso, sono vittime di una diabolica volontà (dell’omicida), ma anche di una altrettanto diabolica permissione di far circolare i veleni, come se tra miele e veleno non ci fosse differenza. Malato (quasi sicuramente) l’assassino, ma cinica (sicuramente) la società.

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