La pandemia non è finita
venerdì 29 luglio 2022

Si ripetono gli appelli da parte della comunità scientifica e delle principali autorità sanitarie internazionali a non abbassare la guardia e gli inviti a prepararsi adeguatamente alle sfide della stagione fredda, quando si concentreranno gli attacchi di tutti i germi a trasmissione respiratoria. Questi appelli pare, però, che non sortiscano effetti particolari né nelle opinioni pubbliche né nei governi. Entrambi sembrano intenzionati a far finta che la pandemia sia finita. È un’illusione pericolosa per due motivi, il primo legato direttamente al Covid-19, il secondo alla sostenibilità dell’intero Servizio sanitario nazionale.

Per quanto attiene il primo motivo, non ci stiamo preparando adeguatamente alla stagione autunnale, la campagna vaccinale per proteggere la parte più fragile della popolazione langue: soltanto una pallida minoranza degli ultraottantenni e ancora meno di ultrasessantenni è coperta da una seconda dose di richiamo e gli effetti negativi si osservano sin d’ora con un elevato numero di morti. Gli interventi per dotare gli ambienti chiusi di un’adeguata ventilazione meccanica sono in ritardo, soprattutto nelle scuole.

Ma il secondo motivo è forse ancora più preoccupante perché più strutturale. La maggior parte delle persone (compresi molti operatori nel Ssn) sono così stanchi che stanno volontariamente rimuovendo mentalmente il problema, ma ora è invece il momento di affrontare il fatto che il tentativo del Paese di "convivere con il Covid" è la goccia che sta spezzando la schiena al Ssn.

Nel 2020 e nel 2021 il Ssn ha affrontato picchi di pandemia interrompendo o rallentando gran parte del lavoro di routine. Il 2022 doveva essere l’anno della ripresa a pieno regime, in cui avremmo ricominciato tutto il lavoro nel modo migliore, quando le liste di attesa per le cure elettive, per la diagnosi ed il trattamento del cancro e nella salute mentale avrebbero iniziato a ridursi e il carico di lavoro sulle cure primarie avrebbe iniziato alleggerirsi.

Uno dei presupposti alla base di questa speranza era che il Covid non sarebbe stato altro che un residuale elemento irritante per la maggior parte dell’anno, con forse un’ondata invernale a dicembre. Ora è luglio, e senza contare la prima ondata di Omicron che ha raggiunto il picco a gennaio, l’Europa ha sperimentato già altre due ondate epidemiche. È probabile che l’attuale ondata di ricoveri ospedalieri causata dalle varianti BA.4 e BA.5 raggiunga il picco nei prossimi giorni, ma altre varianti saranno presto pronte per la diffusione globale.

Il legame tra infezioni e ricoveri ospedalieri non si è chiaramente spezzato, anche se si considerano solo coloro che vengono curati "principalmente" per la malattia. Ciò che però nascondono i dati sui ricoveri ospedalieri è una marea crescente di persone con Long Covid. In Italia non abbiamo dati aggiornati, ma nel Regno Unito sono già due milioni, il che rappresenterà un grave onere per il Servizio sanitario e per la produttività dell’intera nazione, per una generazione. E ci sono molti altri effetti molto meno riconosciuti ma ancora profondamente inquietanti dell’infezione da Sars-CoV2.

Per quanto riguarda i decessi, gli ultimi dati indicano più di 30.000 decessi "Covid" nei primi sette mesi del 2022. Anche i decessi in eccesso per tutte le altre cause continuano a superare le medie di cinque anni prima della pandemia. La pressione costante creata dalle ripetute ondate di Covid è già il motivo principale per cui il Ssn non è affatto vicino al raggiungimento dei livelli di attività necessari per iniziare a recuperare le prestazioni.

Speravamo che il Ssn potesse funzionare meglio rispetto a prima della pandemia; invece l’attività elettiva è ancora molto inferiore al 2019. E la prospettiva per l’autunno è che la combinazione di ripartenza della curva epidemica, carenza e stanchezza del personale e frammentazione decisionale producano una tempesta perfetta.

Il cuore del problema è il mancato riconoscimento che la pandemia è tutt’altro che finita e che è necessario un ritorno ad alcune delle misure adottate negli ultimi due anni. I consigli di salute pubblica per fare la quarta dose, indossare mascherine nei luoghi affollati, garantire una buona ventilazione degli ambienti indoor e eseguire regolarmente i test devono essere comunicati in modo molto più efficace e ampio. Altre misure potrebbero includere il lavoro da casa quando possibile e restrizioni su alcuni tipi e dimensioni di assembramento.

Soprattutto, anche nella campagna elettorale che è già in corso, bisogna smettere di illudere il pubblico ed essere onesti sulla minaccia che la pandemia rappresenta ancora per tutti. Essere onesti con la popolazione avrà due risultati positivi, incoraggerà le persone a modificare il comportamento e, speriamo, susciterà una riflessione urgente a ogni livello e in ogni schieramento politico su come il Ssn sia in una situazione drammatica e che gli 'eroi' della prima ora pandemica sono sempre più stanchi e demotivati.

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