La Pace di Francesco è colomba disarmante
venerdì 15 aprile 2022

Caro direttore,
un muro di cemento che divide due territori. Più in generale il mondo, come aveva già fatto quello che separava Berlino, tutta la Germania, l’Europa, il mondo. Due blocchi contrapposti, ognuno con i propri alleati. La storia va avanti ripetendosi. Su quel muro di cemento c’è una colomba, simbolo di pace, che nel becco tiene stretto un rametto d’ulivo. Fin qui tutto da manuale, se non fosse che Armoured Dove, la Colomba Corazzata, si protegge con un giubbotto antiproiettile da un mirino puntato direttamente sul cuore. Ho descritto un’opera dello street artistBanksy: meravigliosa e agghiacciante allo stesso tempo. Reale.

La colomba di Bansky è la stessa colomba che tornò da Noè con la notizia di un approdo alla terra ferma e, quindi, la fine delle ostilità tra Dio e il suo popolo. Perché la Pace è proprio questo, un patto. Se lo porta dietro, nella radice del termine, da secoli: pax, pacisha la stessa fonte pak-, pag- , da pangere “fissare, pattuire” e pactum“ patto”.

La pace è un accordo che va continuamente rinegoziato e rinsaldato. Pace in terra agli uomini di buona volontà, è l’annuncio della gloria angelica ai pastori che accorrono alla grotta di Betlemme e secondo sant’Agostino «chiunque vuole la vita e desidera vedere i giorni del bene distolga la sua lingua dal male e le sue labbra non pronuncino inganni; si allontani dal male e operi il bene: facendo così sarà un uomo di buona volontà. Cerchi la pace e la persegua, perché sarà pace in terra agli uomini di buona volontà». Togliamo il giubbotto antiproiettile alla colomba e facciamola volare in tutta sicurezza.

Saremo anche uomini di buona volontà. Ha ragione papa Francesco quando ci sfida con un paradosso e dice: «Sembra che il premio più grande per la pace si dovrebbe dare alle guerre». È quello che ripeteva un altro Francesco – Santo – in un mondo insanguinato da uomini che volevano la pace uccidendo e conquistando le città vicine – Assisi e Perugia – fino alle crociate. È tempo di scegliere essere figli di Dio o figli della guerra.

Singolare e profetica la sua proposta disarmante: andare, da inermi, nei luoghi delle lotte fratricide. Lui scelse Damietta, in Egitto, in piena crociata. E il dialogo fu possibile. Da allora i suoi figli vivono e annunciano la pace e il bene anche in terre a grande maggioranza musulmana. La prima testimonianza di pace si dà con la vita la seconda con i gesti di accoglienza. Come in Ucraina dove le Chiese diventano rifugio, pane condiviso, servizio umile, dono di quel che si ha e di quel che si riceve.

Frate francescano

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