La grandeur sotto esame
mercoledì 3 gennaio 2024

Gli esami non finiscono mai, recita la celebre commedia di Eduardo De Filippo, citato spesso pure dal presidente francese Emmanuel Macron, fervente ammiratore del genio partenopeo. Così, non è escluso che al capo dell’Eliseo sia venuta in mente en passant quella pièce, domenica scorsa, prima dei tradizionali auguri ai connazionali. Questo 2024, per la Francia e il presidente, sarà l’anno dei grandi esami. Con responsi probabilmente senza ulteriori sessioni di recupero. A fine anno, promossi o bocciati.

La concentrazione francese di grandi eventi internazionali in vista farebbe tremare i polsi agli statisti più rodati. A giugno, in Normandia, le grandi commemorazioni per gli 80 anni dallo Sbarco. Probabilmente, l’ultimo anniversario decennale con dei veterani: come dire, un punto di svolta nella memoria europea e mondiale. A fine anno, per la solennità dell’Immacolata, avrà un rilievo intercontinentale pure la riapertura della Cattedrale di Notre-Dame, tanto più dopo la gara di solidarietà che ha mostrato, oltre ogni attesa, il legame affettivo planetario verso il più celebre edificio religioso francese. In mezzo, fra luglio e settembre, la sequenza prestigiosa delle Olimpiadi e Paralimpiadi in mondovisione, di ritorno dopo un secolo tondo a Parigi. Una capitale sempre affascinante, certo, ma non più iscritta d’ufficio, rispetto al 1924, al centro di una scena diplomatica internazionale oggi ben più affollata di attori forti.

Il test nazionale sarà innanzitutto organizzativo, dato il dichiarato desiderio di Parigi di eventi «indimenticabili», nonostante la minaccia terroristica e i venti bellici vicini al cuore dell’Europa. Ma il 2024 consegnerà pure un grande esame europeo per Macron, la cui credibilità nel Continente si giocherà sulla capacità di propiziare appieno quello scatto visibile nella costruzione europea promesso solennemente alla Sorbona con l’Iniziativa francese per l’Europa, risalente al 2017 ormai lontano. Tanto che, senza nuovi impulsi vigorosi, pare avvicinarsi la “data di scadenza“ di quel progetto.

Per ironia del calendario, le grandi commemorazioni dello Sbarco che restituì la libertà all’Europa giungeranno solo poche ore prima delle Europee: ovvero, lo scrutinio che potrebbe affondare, o rilanciare, le riforme di Macron nei panni di paladino europeista. Domenica, sottolineando l’importanza cruciale del voto, il presidente ha invocato l’esempio di uno statista ammirato appena scomparso e rimasto nel cuore degli europeisti non solo transalpini: « Dovremo fare la scelta di un’Europa più forte, più sovrana, alla luce dell’eredità di Jacques Delors». La memoria dell’ultimo padre dell’Ue, dunque, entra nella partita.

Non è affatto detto che simili citazioni modificheranno in Francia le tendenze degli ultimi sondaggi che danno i lepenisti euroscettici — ideologicamente vicini al campo sovranista continentale — in vantaggio di una decina di punti sui macroniani. Ma di certo, è singolare che quest’irripetibile tour de force annuale politico e mediatico si apra e chiuda, per un presidente laico, con eventi dalla forte colorazione cattolica.

La prima cerimonia politica dell’anno sarà proprio l’omaggio nazionale solenne a Delors, cattolico rivendicato le cui Memorie si aprono con una citazione del cardinale Carlo Maria Martini. A dicembre, la chiusura del 2024 dovrebbe invece giungere sul sagrato di Notre-Dame: un evento al quale Macron ha invitato papa Francesco, nella scia pure dell’eccezionale impressione lasciata in Francia dalla visita del Pontefice a Marsiglia, lo scorso settembre.

Di fatto, al grande test organizzativo e a quello politico in chiave europea, se ne aggiungerà un terzo, caro soprattutto ai credenti, non solo francesi: l’esame sulla visibilità e piena libertà dell’apporto cattolico al bene comune. Alla luce della concezione aperta della laicità che Macron dice di difendere, questa visibilità e libertà sarà davvero garantita a tutto campo, ad esempio anche sui nodi del fine vita, da febbraio di ritorno sui banchi parlamentari? O prevarrà invece un approccio a geometria variabile, a dominante commemorativa e patrimoniale, attorno a certi eventi ritenuti magari dall’Eliseo in linea con le opportunità politiche del momento?

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